Un ritocco al rialzo del contributo a fondo perduto previsto per bar, pasticcerie, gelaterie e alberghi nelle zone arancioni che riceveranno così il 200% del contributo previsto già a maggio con il primo decreto Rilancio. E poi interventi in favore delle partite Iva, soprattutto nel settore commerciale, costrette alla chisura nelle zone rosse e un aiuto anche alle attività dei centri commerciali.
Arrivano le nuove risorse – oltre 2,5 miliardi – del decreto Ristori-bis. Integrano i 5,4 miliardi previsti dal primo provvedimento approvato a fine ottobre per aiutare le attività coinvolte nelle chiusure anti-pandemia dei vari Dpcm. Il Dl arriva in Gazzetta mentre i bonifici con le risorse del primo provvedimento iniziano concretamente ad arrivare sui conti correnti delle aziende. Ma si discute anche di estendere le regioni considerate zone rosse e il nuovo provvedimento porta con se anche una dote di 340 milioni nel 2020 per estendere gli aiuti a ulteriori attività che dovessero chiudere, risorse che si stima potrebbero bastare fino a fine anno e, se sarà necessario, potrebbero essere rimpinguate nel 2021 con la legge di Bilancio.
L’intreccio tra i due decreti è reale. Il secondo fa salire a quota 130 le categorie che avranno diritto ad un ristoro se collocate nelle regioni delle zone rosse. Nella prima lista, quella delle attività colpite dalle restrizioni già dal Dpcm del 26 ottobre, sono state aggiunte una ventina di voci, dagli autobus turistici alle scuole di danza, dai musei ai negozi di bomboniere ai produttori di fuochi d’artificio, fino agli zoo e le guide alpine: riceveranno in automatico un indennizzo tra il 100% e il 200% di quanto già ricevuto in estate (tranne le discoteche che avranno diritto al 400%), fino a un limite massimo di 150mila euro.
Raddoppia per tutti, invece, quelli che dovranno chiudere nelle zone rosse: qui il secondo allegato al decreto bis include altre 57 categorie che includono tutte le tipologie di merci vendute nei negozi che dovranno abbassare la serranda (dai vestiti, ai mobili, alle mercerie fino alle armi, ai tatuatori e ai sexy shop) e dagli ambulanti, ma anche alcuni servizi che si dovranno fermare, come le estetista e le agenzie matrimoniali e d’incontri. Prevista infine una terza tipologia di ristoro che scatterà però nel 2021 e riguarderà le attività nei centri commerciali e le produzioni industriali del comparto alimentare e bevande. Tra le misure viene anche previsto un credito d’imposta cedibile al 60% per gli affitti commerciali dei tre mesi di ottobre, novembre e dicembre, sempre per le attività bloccate nelle zone rosse.
Il nuovo decreto estende poi le misure sul fronte fiscale. La cancellazione della seconda rata Imu viene estesa ai titolari delle attività chiuse nelle zone rosse. Lo stop ai versamenti Iva e alle ritenute alla fonte viene allargato alle attività sospese, ai ristoratori delle zone arancioni o rosse, ed anche attività alberghiere, agenzie di viaggio e tour operator con sede nelle zone rosse. Per loro il versamento slitta al 16 marzo 2021, in unica soluzione o in 4 rate.
Anche l’accordo Irpef e Irap di fine anno viene prorogato al 30 aprile, senza che sia necessario il requisito della diminuzione del fatturato, per tutte le attività bloccate nelle zone rosse, alle quali si aggiungono anche i ristoratori delle zone arancioni.