In Francia squatters affittano casa su Airbnb e poi restano


La nuova tendenza per gli squatters è entrare nelle case da occupare non più illegalmente ma attraverso piattaforme come Airbnb o Booking. E, grazie a una falla nella legge del 2023 varata per consentire ai prefetti sgomberi veloci senza bisogno di ricorrere al giudice, restano negli appartamenti affittati legalmente ma senza più pagare.

Il nuovo fenomeno, sul quale ha indagato Le Figaro, si sta espandendo in tutta la Francia dove, scrive il quotidiano, “mettere in affitto il proprio appartamento su una piattaforma on line può ormai diventare un incubo”. Gli squatters che si fanno passare per turisti prenotano gli appartamenti su Airbnb o Booking e, una volta terminato il soggiorno, si rifiutano di lasciare la casa.

In base alla “svista” del legislatore, infatti, essendo entrati nell’appartamento in assoluta legalità e avendo pagato il loro soggiorno, non vengono considerati squatters e sfuggono a qualsiasi espulsione “rapida” come avrebbe voluto la legge. La quale prevede il procedimento breve soltanto se non soltanto la permanenza nei luoghi occupati è illecita, ma se lo è stato anche l’ingresso. Per lo sgombero, serve quindi un giudice che si pronunci, con le conseguenti interminabili procedure che possono durare fino ad un anno.

Più i costi legali per l’invio di un ufficiale giudiziario a più riprese e per l’uso eventuale della forza pubblica, senza contare il mancato introito dell’affitto per i proprietari. La soluzione? Guillaume Kasbarian, il deputato all’origine della legge sugli sfratti veloci che porta il suo nome, propone due soluzioni: “la legge si può cambiare”, suggerisce. Oppure, “il ministero dell’Alloggio può trasmettere una circolare ai prefetti invitandoli a far scattare il procedimento di espulsione che possono essere portati davanti ai giudici del TAR nel caso di contenzioso”.

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