Nuovo appello degli ex lavoratori Valtur al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi di Maio. Dopo il sit in sotto lo studio del commissario Valtur per l’aggiudicazione del Marchio dello scorso 3 luglio, i dipendenti lamentano come sia calato il silenzio più assordante anche e soprattutto dopo che il tavolo organizzato dal MISE il 26 luglio è andato deserto.
Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs hanno inviato una richiesta di incontro direttamente alla società pugliese Nicolaus per attivare un confronto sul piano industriale mentre i lavoratori si augurano che la vicenda Valtur non sia arrivata all’ultima spiaggia, ma ci siano invece ancora le condizioni “per salvare un patrimonio industriale e professionale unico”.
Nella nota inviata a Di Maio, i lavoratori ripercorrono le ultime fasi della vicenda. “Come è noto – scrivono – l’azienda VALTUR SPA (che ora ha assunto la nuova denominazione T.ONE), già di proprietà del Fondo Investindustrial della famiglia Bonomi, è in procedura di concordato liquidatorio dal 12/03/18. La crisi irreversibile e apparentemente inspiegabile nella quale è stata trascinata dalla “cura” Bonomi ha messo in ginocchio decine di piccoli, medi e grandi fornitori, determinato il licenziamento di tutti i dipendenti della sede milanese di Valtur (circa 150) e lasciato a casa oltre 500 tra dipendenti stagionali dei villaggi rimasti chiusi questa estate. Della gloriosa Valtur è rimasto solo il marchio, messo all’asta ed acquisito, senza ramo d’azienda, per più di 5 milioni di euro. Con la conseguenza di spazzar via occupati e villaggi, garantire unicamente la possibilità ad Investindustrial di incassare liquidità con cui ripianare parte del mostruoso indebitamento accumulato e mettere la nuova proprietà, la Nicolaus Srl, nella condizione di aggiudicarsi il brand italiano più rappresentativo della villaggistica: una scatola vuota, al momento, priva come è dell’anima, ossia delle persone che hanno reso Valtur celebre nel mondo.
Proprio perché Valtur è una icona del turismo italiano, ma anche alla luce delle operazioni intercorse con Cassa Depositi e Prestiti, ci chiediamo come sia stato possibile che lo “Stato” non sia riuscito ad evitare il crack aziendale, lasciando così che un’azienda fondata nel 1964 (con partecipazioni statali) simbolo del “made in Italy”, capace di valorizzare nel mondo pezzi del nostro Paese, sia finita in un buco nero. Siamo consapevoli del fatto che la crisi Valtur sia giunta sul Suo tavolo e di quello del ministro Gian Marco Centinaio solo a poche settimane dall’insediamento ufficiale del Governo ed a nulla sono serviti i vari incontri al MISE come la battaglia a nostro fianco della Filcams/Cgil e le altre sigle sindacali che ci hanno supportato in questo difficile percorso.
Le chiediamo quindi di non archiviare nei faldoni del suo ministero la storia di Valtur, fino a qualche mese fa bellissima, sia per noi che l’abbiamo vissuta sia per i milioni di Italiani che l’hanno scritta insieme a noi. Per questo chiediamo un Suo intervento, capace di restituire futuro a Valtur ed ai propri ex dipendenti”.