“Il turismo italiano è stato sempre considerato la ‘cenerentola’ dell’economia italiana. Una situazione che rischia di protrarsi nei prossimi dieci anni se non cambieranno le priorità delle politica e l’attuale modello di sviluppo economico”. Lo hanno detto i deputati del Movimento 5 Stelle della Commissione Turismo, Mattia Fantinati, Azzurra Cancelleri e Marta Grande, in occasione della presentazione a Milano della ricerca “Turismo 2030, Come evolverà il turismo nel prossimo decennio”, ideata e curata dal sociologo del lavoro Domenico De Masi con la collaborazione di 11 esperti, che, in base al metodo Delphi, hanno dato il loro contributo senza conoscere l’identità del committente.
“Il nostro programma di Governo – dicono i parlamentari del M5S – cambia l’attuale paradigma puntando su una governance unitaria, con un ministero del Turismo, autonomo e con proprio portafoglio, che garantisca un coordinamento nazionale tra Regioni ed enti locali; incentivi per uno sviluppo sostenibile e digitale; sgravi fiscali per le imprese (rimodulazione tassa di soggiorno, riduzione Imu, Tari proporzionale all’effettiva produzione di rifiuti); formazione per gli operatori del settore; valorizzazione e promozione integrata del Made in Italy; regole e trasparenza per la sharing economy”.
Nel 2016 il turismo ha interessato 1,2 miliardi di persone che hanno speso 1.260 miliardi di dollari. Nel 2030 interesserà 1,8 miliardi di persone. Per il M5s questo è un dato su cui l’Italia dovrà ragionare per farne un asse portante per le prospettive di sviluppo del paese. “L’obiettivo, ha annunciato Fantinati – è di recuperare 5 punti di Pil, passando dal 10,4% attuale al 15% del Pil. Lo stesso della Spagna”.
Senza arrivare ai dati delle Maldive dove l’industria del turismo è sostanzialmente la prima voce del Pil (è al 50,9%), i dati sull’incidenza del turismo sul prodotto interno lordo vedono infatti la Spagna primeggiare con il 16% della produzione nazionale, seguita dal Messico con il 15,3%, dalla Turchia con 12,6%, dal Regno Unito con il 11,3%. l’Italia è il fanalino di coda con il 10,3%.
Le possibilità di crescita sono però reali, basti pensare che, secondo i dati raccolti da De Masi, al momento il Veneto (63 milioni di presenze) e il Trentino hanno, da sole, più turisti di tutto il Mezzogiorno messo assieme (anche la Sicilia arriva solo a 15 milioni).
“L’Italia è il Paese più desiderato al mondo ma è quinto nella classifica mondiale degli arrivi, e addirittura settimo in quella del fatturato. Ad esempio – hanno spiegato i parlamentari 5stelle – nel 2015 l’Italia con quasi 51 milioni di turisti stranieri ha guadagnato 777 dollari per ogni turista, ben al di sotto del Regno Unito, che invece nello stesso anno ha guadagnato 1323 dollari per turista pur avendo registrato solo 34,4 milioni di turisti, o della Germania, con 1054 dollari a turista con 35 milioni di turisti. Per colmare questo gap è necessaria una visione strategica di lungo termine”.