Ristoranti, take away, cibo da strada, bed and breakfast. Quella in atto nelle città italiane è una vera e propria invasione, a danno dei negozi tradizionali (tessili, abbigliamento, calzature) che vanno via via scomparendo. Secondo l’analisi dell’Ufficio Economico Confesercenti, elaborato a partire dai dati Istat e dalle rilevazioni dell’Osservatorio su Commercio e Turismo dell’associazione, la grande recessione – scoppiata a fine agosto di dieci anni fa – ha trasformato profondamente il volto del commercio, modificando la composizione delle attività urbane e scambiando le vetrine dei negozi con pub, bar, ristoranti e attività turistiche. Dal 2007 a oggi, rileva Confesercenti, sono scomparse oltre 108mila imprese del commercio in sede fissa, il 15% del totale. Attività che sono state parzialmente ‘sostituite’ da pubblici esercizi e attività ricettive (+63mila, per un incremento del 16,6%).