sabato, 27 Aprile 2024

Niente acqua perché è russa, la denuncia diventa virale

Non le vendono una bottiglia d’acqua perché in possesso di un passaporto russo. È quanto denunciato da una passeggera che si trovava all’aeroporto di Fiumicino per rientrare in Russia, quando si è vista negare l’acquisto da una cassiera del duty-free dello scalo romano. Aeroporti di Roma e Aelia – la società che gestisce il negozio – hanno inviato le proprie scuse alla ragazza dicendosi “rammaricati e costernati”. Entrambi, poi, hanno avviato le verifiche necessarie per risalire alle commesse che sono state protagoniste dell’episodio e che ora rischiano una sanzione.

“Io vorrei solo avere le scuse di quella signora – le parole della passeggera – non di Adr né del negozio, né degli italiani che non hanno alcuna colpa”. A raccontare la disavventura è stata la stessa protagonista (clicca qui per vedere il video sui social). Si chiama Anna Larina, insegnante di italiano e traduttrice da più di dieci anni in Italia “con regolare permesso di soggiorno”, come racconta lei stessa nei video-denuncia che in breve tempo è diventato virale.

Dopo aver sbrigato tutte le pratiche e il controllo bagagli al terminal 1 di Fiumicino, spiega, decide di fermarsi in uno dei tanti duty-free dello scalo per comprare una bottiglietta d’acqua. Arrivata davanti alla cassiera, fornisce la sua carta di imbarco e chiede di pagare.

“In questo momento – racconta nel video girato a Fiumicino – subentra la sua collega che ha detto alla ‘mia cassiera’ di chiedermi se avevo il passaporto russo”. L’insegnante risponde di averlo, e – senza neanche doverlo mostrare – si vede negata la possibilità di acquistare la bottiglia. “Mi dicono che per il fatto che ho il passaporto russo, non possono vendermi né l’acqua né altra merce”. Alle rimostranze della passeggera, le due commesse la invitano a “consultare tutte le informazioni sul sito del ministero degli Esteri”, senza fornire ulteriori informazioni sulle presunte norme che vietano la vendita di merce a cittadini russi.

Dopo aver raccontato sui social la disavventura proprio dall’aeroporto, Larina si convince, grazie all’aiuto dei suoi follower e studenti, a presentare un esposto, ma una volta arrivata all’ufficio di polizia del terminal – racconta lei stessa – le viene negata la possibilità “perché lì ricevevano solo esposti prestampati”. Al suo arrivo in Russia, l’insegnante resta a bocca aperta dopo aver appreso che il suo video era diventato virale e aveva ricevuto oltre mezzo milione di visualizzazioni.

 

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