Non c'è nessun italiano tra i 152 passeggeri del volo della compagnia privata pakistana Air Blue, precipitato stamattina a Margla Hills, a circa 2 chilometri dal centro di Islamabad, capitale del paese. I passeggeri sono tutti morti, e tra loro ci sono anche due americani, anche se in un primo momento si era parlato di almeno 5 sopravvissuti. Finora i soccorritori hanno recuperato più di 100 corpi. Ancora sconosciute le cause del disastro. L'aereo, in volo da Karachi a Islamabad, si accingeva ad atterrare in condizioni meteorologiche proibitive poco dopo le 9 (le 6 italiane) ad Islamabad quando la torre di controllo ha chiesto al pilota di porsi in posizione di attesa perché la pista dello scalo era occupata. Poco dopo i controllori di volo hanno perso il contatto con il velivolo che si è schiantato al suolo. Testimoni nella zona hanno detto di aver visto l'Airbus volare molto basso poco prima dell'incidente. Il ministro della Difesa, Chaudhry Ahmed Mukhtar, ha categoricamente escluso qualsiasi ipotesi di sabotaggio o attentato. Probabile, dunque, che lo schianto sia stato dovuto al maltempo. L'impatto è avvenuto in una zona di fitta vegetazione che non ha permesso agli elicotteri dell'aeronautica levatisi subito in volo di atterrare vicino alla zona del disastro, da dove si é levata una densa colonna di fumo. Airblue è la seconda compagnia del Pakistan. Dispone di una flotta di Airbus con cui collega quattro città pachistane, varie città mediorientali e Manchester, in Gran Bretagna. L'aereo caduto, un Airbus A321, aveva 10 anni, un'età relativamente bassa per aerei di quel tipo, visto che la loro età media è di 30 o 40 anni. ''L'aereo era stato consegnato nel 2000, la compagnia Airblue lo utilizzava con un contratto di leasing dal 2006 – spiega l'azienda -, aveva accumulato circa 34.000 ore di volo e 13.500 voli''.