Santanché si difende: siete contro ricchezza. Ma apre a dimissioni


Quaranta minuti di autodifesa accorata all’insegna del garantismo e con la rivendicazione del lavoro fatto. Ma che si concludono con parole che forse neanche nel suo partito tutti si aspettavano e certamente apprezzate. “A breve – scandisce la ministra Daniela Santanché in Aula alla Camera – ci sarà un’altra udienza preliminare e finora abbiamo solo sentito l’accusa. In quell’occasione farò una riflessione, per poter anche valutare le mie dimissioni. Sarò guidata solo dal rispetto del mio premier, del governo, della maggioranza ma soprattutto per l’amore per il mio partito dove certo io non vorrò mai diventare un problema ma continuare a essere una risorsa”.

Dai banchi di FdI scatta un applauso e dal partito arriva, deciso, l’apprezzamento per una disponibilità, in nome dell’amore per FdI, che potrebbe sbloccare una situazione diventata complessa. Per il momento, comunque, Montecitorio respinge la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo con 204 no e 136 sì, dopo un pomeriggio teso fatto di accuse reciproche tra maggioranza e opposizione e con la ministra che attacca anche a partire dalle ultime accuse nei suoi confronti sulla vicenda delle borse contraffatte regalate a Pascale.

Santanché che arriva presto alla Camera con una giacca rosso intenso e borsa griffata appoggiata sul banco del governo rivendica la sua volontà di essere quella che è: “sono l’emblema, lo rappresento plasticamente, di tutto ciò che detestate – accusa – voi non volete combattere la povertà volete combattere la ricchezza. Io sono il male assoluto” e “quella che porta i tacchi da 12 centimetri, quella del Twiga e Billionaire: il mio numero di telefono ed io sono la stessa persona… e mi fermo quà, perché sono una signora”.

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