Non c’è ancora accordo nella maggioranza e tra governo e regioni sull’utilizzo del green pass e sulla revisione dei parametri del monitoraggio con i quali vengono assegnati i colori delle regioni: sia la cabina di regia politica sia la Stato-Regioni sono slittate, anche se viene confermato che ci sarà il consiglio dei ministri nelle prossime ore per approvare il nuovo decreto.
La linea di palazzo Chigi è però netta: bisogna intervenire subito per evitare di trovarsi di fronte all’incubo di nuove chiusure. In una settimana infatti i numeri dei casi sono passati da 1.534 a 4.259. Le posizioni restano per il momento distanti.
I presidenti delle Regioni hanno messo nero su bianco la loro richiesta: utilizzare il pass solo “per permettere in sicurezza la ripresa di attività fino ad oggi non consentite o limitate”: eventi sportivi, concerti, discoteche, fiere e congressi. Dunque niente ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine.All’opposto c’è chi, come il ministro della Salute Roberto Speranza ed altri nella maggioranza, spinge per un uso ‘estensivo’ dei certificati.
Palazzo Chigi è in ogni caso orientato per un intervento immediato e deciso, mantenendo una certa gradualità nelle scelte: in sostanza, si lascerà il tempo di vaccinarsi a chi ancora non lo ha fatto, almeno con la prima dose, e contestualmente verranno fissate date certe e paletti chiari per l’utilizzo del pass il cui scopo è evitare chiusure che potrebbero scattare già nelle prossime settimane.
L’ipotesi che si sta facendo strada è dunque quella di partire da subito con l’obbligo del pass per tutta una serie di attività non essenziali e da settembre estenderlo a quelle essenziali. Già dalla settimana prossima o al più tardi all’inizio d’agosto per sedersi nei bar e nei ristoranti al chiuso potrebbe essere necessario avere il pass, ottenibile in questa prima fase con una sola dose (o con il certificato di guarigione o il tampone negativo), mentre nessun obbligo ci sarà per prendere il caffè al bancone. Le due dosi saranno invece necessarie per entrare in discoteca o per prendere treni, aerei e navi a lunga percorrenza.
Anche sulla revisione dei parametri, al momento l’accordo non c’è: i presidenti propongono una soglia del 20% per le terapie intensive e del 30% per i reparti ordinari, oltre la quale si andrebbe in zona gialla. Percentuali ben più alte di quelle suggerite da tecnici ed esperti, che hanno indicato rispettivamente un 5% e un 10%, ed infatti il governo è intenzionato a inserire nel decreto soglie più basse. La trattativa è ancora in corso ma l’ipotesi sulla quale si sta lavorando è di un 10% come soglia massima per le rianimazioni e del 15% per le aree mediche. Nel decreto, infine, entrerà la proroga dello stato d’emergenza (molto probabilmente fino alla fine dell’anno).