E' pressing sull'amministratore straordinario di Tirrenia, Giancarlo D'Andrea, contro l'ipotesi spezzatino della società di navigazione. Intanto, il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, ribadisce che la soluzione per Tirrenia è la stessa fatta per Alitalia: mettendo "gli asset positivi da una parte e le difficoltà e i debiti dall'altra". Una soluzione temuta dai sindacati. E da parlamentari sardi del Pd, che hanno chiesto al Governo di riferire in Parlamento prima del 6 settembre.
Contro lo 'spezzatino' è anche Mediterranea Holding, la cordata guidata dalla Regione Sicilia (36%), il cui governatore Raffaele Lombardo ha detto che non sottoscriverà l'aumento di capitale (all'assemblea del 31 agosto) e che cederà le proprie quote ai soci "a prezzo di costo". Contro l'ipotesi spezzatino Lombardo ha aggiunto che alcuni "lavoratori stanno investendo parte del loro tfr per partecipare all'operazione". Anche il presidente di Mediterranea, Salvatore Lauro (18,6%) ha ribadito il no allo spezzatino e l'intenzione di acquisire Tirrenia e Siremar con una "compagine allargata di soci" e "mantenendo inalterati i livelli occupazionali".