Sono Viareggio, Catania, Gallipoli, Taormina e Padova le mete predilette dal turismo Glbt (Gay, lesbian, bisex e transgender) in Italia. Lo dice la ricerca presentata all'Expo Turismo Gay di Bergamo, la prima fiera nazionale del settore, organizzata nell'ambito di No Frills. Un segmento, quello del turismo gay, che fa tre miliardi e 200 milioni di fatturato l'anno, pari al 7% del settore turistico, ma che ha grandi possibilità di crescita. "L'Italia sta pagando il dazio dell'arretratezza religiosa e sociale causata dai pregiudizi – ha affermato Alessandro Cecchi Paone, testimonial di Quiiky (maggiore operatore italiano per il turismo Glbt) – continuare a non fare promozione nei confronti del segmento Glbt vuol dire fare un magnifico regalo ai Paesi più avanzati".
Per l'Iglta (International gay and lesbian travel association) il target gay è colto (prevalentemente laureati), con una capacità di spesa media di 800 dollari, contro 540 del target etero. Secondo i dati dell'Osservatorio Guida Viaggi, il 59% delle agenzie italiane non ritiene che l'esposizione di materiale promozionale possano infastidire la clientela tradizionale, il 70% gay friendly e il 63% ritiene che promuovere servizi turistici per Glbt possa aprire nuovi orizzonti in un settore attualmente poco dinamico.