Prove generali perchè il turismo spaziale diventi una realtà alla portata di molti: dopo il debutto nello spazio del fondatore della Virgin Galactic, Richard Branson, ora tocca al suo collega-rivale Jeff Bezos. Il fondatore della Blue Origin e di Amazon è pronto a volare il 20 luglio, una data carica di simboli perché è quella dei 52 anni dalla missione Apollo 11 che il 20 luglio 1969 aveva portato l’uomo sulla Luna.
Anche quello di Bezos sarà un volo suborbitale: come ha fatto Branson a bordo della Unity 22, anche Bezos con la sua New Shepard intersecherà l’atmosfera per poi rientrare a Terra. Tuttavia, alla luce del fatto che Nasa, Federal Aviation Administration e US Space Force concordano sul fatto che lo spazio inizia effettivamente alla quota di poco più di 80 chilometri, Branson e il suo equipaggio sono considerati astronauti Virgin a tutti gli effetti. ‘Non vedo l’ora di entrare nel club!’, ha scritto Bezos su Instagram. La New Shepard partirà dalla base di lancio della Blue Origin in Texas e volerà in modo autonomo, senza bisogno di un pilota. La durata prevista del volo è di circa 11 minuti.
Nel frattempo le prossime missioni dei privati scaldano i motori e la prossima in programma, il 10 agosto, è quella del cargo della Northrop Grumman che porterà rifornimenti e viveri sulla Stazione Spaziale. E’ previsto il 23 ottobre il prossimo lancio di una navetta privata con uomini a bordo, quella della Crew Dragon 3 della SpaceX di Elon Mask.
Fatto sta che per Bezos, come per Branson, si tratta dell’inizio di un’avventura che si annuncia molto remunerativa. Con i voli di entrambi il turismo spaziale è al nastro di partenza e se per i prossimi anni il club del volo suborbitale sarà accessibile solo ai miliardari, è molto probabile che in futuro fare un salto nello spazio diventi comune come oggi lo è andare in aereo.