Sul disastro aereo Egyptair non ci sono più certezze su uno dei pochi punti che sembravano accertati finora: le brusche virate dell’Airbus 320 segnalate nel dettaglio dalla Grecia e che ora l’Egitto smentisce. Ma in attesa che vengano localizzate le fondamentali scatole nere, indicazioni sulle cause potrebbero venire dagli esami autoptici in corso sui resti umani recuperati.
Secondo i media egiziani, i resti ripescati, “estremamente piccoli”, a circa 290 chilometri al largo di Alessandria, “sicuramente” forniranno elementi utili per risalire all’origine del disastro, ad esempio stabilendo se le morti sono avvenute per un’esplosione o un impatto. Ma il timore è che i corpi siano stati ridotti in brandelli dagli squali.
Una pista ‘fredda’ appare invece quella di un atterraggio di emergenza cui l’Airbus fu costretto nel 2013 per il surriscaldamento di un motore di cui parla un rapporto di un ente affiliato al ministero dell’Aviazione civile egiziano. Un esperto sentito dall’agenzia Ap ha definito improbabile che un nuovo guasto di questo tipo possa aver prodotto un disastro. Anche se da quanto trasmesso dalla Cnn due giorni or sono non si è notato alcun allarme ma solo scambi di informazioni tecniche, la magistratura egiziana ha reso noto di aver chiesto comunque alla Grecia la registrazione delle conversazioni intercorse fra il pilota del volo Egyptair precipitato giovedì e una torre di controllo ellenica.
Adombrando interesse per la pista terroristica, la Procura generale ha chiesto alla Francia eventuali video che ritraggano l’aereo mentre stazionava all’aeroporto parigino di Roissy Charles-de-Gaulle prima del decollo.