martedì, 24 Dicembre 2024

Quando i cimiteri diventano attrazione turistica: trend in crescita

Non solo monumenti, shopping ed enogastronomia. Ormai sempre più spesso i cimiteri entrano negli itinerari del turismo, ed in linea con questa tendenza, ha suscitato parecchia curiosità, e qualche commento ironico, la notizia da noi pubblicata (leggi qui) sull’iniziativa del Comune di Messina che ha deciso di aprire alle visite tematiche il Gran Camposanto.

In realtà non si tratta di una novità. Già dai tempi del Gran Tour, infatti, i luoghi di sepoltura erano mete dei giovani intellettuali europei. Non a caso Goethe parla delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo come una delle mete del suo viaggio di formazione.

Oggi sono in tanti ad essere affascinati da questi luoghi, non per un malsano senso del macabro, piuttosto guidati dalla scoperta di luoghi alternativi alle mete canoniche. Spinti dalla voglia di porgere un saluto a personaggi noti come Jim Morrison, Oscar Wilde, Edith Piaf, Karl Marx  o Micheal Faraday o da quella di ammirare dei veri e propri monumenti realizzati da grandi architetti o da menti creative, sono in molti i turisti che mettono in itinerario una tappa nei più noti cimiteri d’Europa e del Mondo.

In Europa tra le mete del turismo cimiteriale ci sono i cimiteri di Pere Lachaise di Parigi, quello Ebraico di Praga, quello di Luarca nelle Asturie e l’Highgate Cemetery di Londra.

In Italia tra i più noti figurano il cimitero di Staglieno a Genova, con opere dell’architetto Carlo Barabino e che ospita le tombe, tra gli altri, di Giuseppe Mazzini e di Fabrizio De Andrè; il cimitero Monumentale della Certosa di Bologna dove riposa Lucio Dalla e il poeta Giosuè Carducci, quello di Milano con la tomba di Alessandro Manzoni, Giorgio Gaber e il maestro Toscanini; e ancora, quello del Verano di Roma, dove i fan continuano ad omaggiare Rino Gaetano.

Ovviamente in questa categoria rientrano anche il cimitero delle Fontanelle di Napoli e il cimitero di Santa Maria del Gesù di Palermo che vanta monumenti funebri realizzati dall’architetto Damiani Almeyda e le sepolture della famiglia Florio, di Antonio Salinas e di Paolo Borsellino, oltre che le tombe delle grandi famiglie nobiliari siciliane.

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