martedì, 19 Novembre 2024

Viaggiare potrebbe essere la medicina per combattere la crescente intolleranza

Il viaggio potrebbe essere la giusta chiave di volta per combattere l’intolleranza. A confermarlo Lo confermano i dati dello studio The Value of Traveling di momondo.it, secondo cui nel 2019 il 49% della popolazione mondiale ritiene che il livello di tolleranza verso il diverso sia diminuito notevolmente negli ultimi 5 anni. Ma esiste una via d’uscita: il viaggio. Il 70% delle persone nel mondo afferma che il viaggiare li ha resi molto più tolleranti e positivi verso le altre culture e il 68% che il viaggio li ha aperti ad accogliere differenze e diversità.

“Lo studio ci presenta uno scenario chiaro di ciò che sta accadendo intorno a noi. In un mondo in costante e rapido cambiamento, poter contare sul sostegno reciproco diventa necessario. Per questo la tolleranza è importante, in ogni sua forma -spiega Cristina Oliosi, spokesperson per momondo.it – L’obiettivo di momondo è incoraggiare le persone ad essere curiose e aprirsi al mondo che le circonda, usando il viaggio come strumento per conoscere. Da anni siamo impegnati in iniziative e progetti a sostegno delle diversità, perchè crediamo fermamente che le nostre differenze possano essere un punto di forza, per creare solidarietà e ispirare il mondo”.

The Value of Traveling di momondo, giunto alla sua 2^ edizione, ha coinvolto un campione di 7.300 individui in 18 Paesi nel mondo – compresa l’Italia – con l’obiettivo di dimostrare che esiste una stretta correlazione tra viaggiare e lo sviluppo di una maggiore fiducia nei confronti delle persone di culture, religioni e Paesi diversi, mettendo in evidenza il ruolo del viaggio come strumento per abbattere ogni forma di barriera tra i popoli del mondo.

Sebbene molte persone non abbiano la possibilità di viaggiare o farlo in maniera assidua, secondo l’indagine di momondo è forte la voglia di scoprire gli altri Paesi: generalmente, infatti, quasi la metà (46%) della popolazione mondiale effettua uno o due viaggi all’estero in un anno; quasi un quinto (20%) si sposta oltre confine più di tre volte nei dodici mesi e solo il 33% (1 su 3) non viaggia al di fuori del proprio Paese.

Tra coloro che viaggiano più di tre volte all’anno, la metà dichiara di aver acquisito più fiducia nel prossimo proprio grazie ai viaggi, mentre tra coloro che non si muovono al di fuori del proprio paese, 1 su 4 ha difficoltà a fidarsi di chi non conosce. Infine, il 59% dei rispondenti sostiene che se le persone viaggiassero di più ci sarebbero meno pregiudizi nel mondo.

Dallo studio emerge il forte valore attribuito dalle persone alla responsabilità dei singoli individui verso la società e il mondo e il potere del contributo che ognuno può mettere in campo innescare cambiamento. Infatti, per oltre due terzi della popolazione mondiale (69%) le persone hanno un ruolo chiave nel rendere il mondo più unito e, contestualmente, le singole persone hanno una forte responsabilità nell’alzare il livello di tolleranza e rispetto verso gli altri (56%).

Oltre un terzo della popolazione mondiale, infatti, ritiene che sia fondamentale restare uniti per far fronte ai cambiamenti, e oltre il 61% che sostiene ci siano molte più cose che ci uniscono di quante ci dividano.
“Il turismo è un argomento complesso e che abbraccia molti ambiti e discussioni a livello sociale. Può essere un potente strumento per aumentare la consapevolezza rispetto alle differenze tra le culture e al patrimonio culturale dei popoli – spiega Elisabetta Ruspini, professoressa associata di Sociologia presso l’Università di Milano-Bicocca – Viaggiando, gli individui attraversano i confini entici e regionali, ampliando la propria conoscenza di altri paesi e persone. Lo scambio culturale di cui il viaggio è espressione, può aiutare a combattere pregiudizi e stereotipi

È possibile scaricare la versione completa di The Value of Traveling 2019 al seguente link: https://we.tl/t-PoWjdzKhVz

 

 

 

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