sabato, 27 Aprile 2024

Bankitalia: il turismo non giova come dovrebbe al Pil

Il turismo garantisce da sempre un attivo nella bilancia dei pagamenti ma negli ultimi 15 anni non ha contribuito come potrebbe alla crescita del Pil a causa del decremento della spesa degli ospiti stranieri e di una sostanziale tenuta di quella degli italiani all’estero. L’Italia, inoltre, non riesce a sfruttare appieno l’enorme potenzialità del Meridione e continua a scendere nella classifica delle mete preferite del turismo internazionale.

E’ la fotografia scattata in un occasional paper sul turismo internazionale (1997-2012) dalla Banca d’Italia. Tra il 1997 e il 2012 il turismo internazionale ha sempre generato un avanzo nella bilancia dei pagamenti dell’Italia. Tuttavia il surplus turistico è sceso dall’1,1 allo 0,6% del Pil, soprattutto a causa del calo in termini reali della spesa degli stranieri in Italia, mentre la spesa degli italiani all’estero è rimasta sostanzialmente invariata in rapporto al prodotto.   

La Germania che da sempre fa la parte del leone tra le nazionalità dei turisti resta il riferimento per quanto riguarda i numeri ma con un progressivo calo nelle presenze (dai 15,8 milioni del ’97 agli 11,7 milioni del 2012), nella spesa (dai 6,5 miliardi di euro ai 5,3), nella lunghezza del soggiorno (da poco più di 8 a circa 6 giorni).
Nel periodo considerato, invece, sono cresciuti i turisti britannici (da 1,8 a 3,66 milioni) e statunitensi (da 1,8 a 3,07 mln), gli spagnoli (da 0.9 a 2,6 mln), poi i russi (da 0,2 a 1,05 mln) e soprattutto i cittadini extraeuropei (da 9,4 a 17,6 mln).   
Tra le mete preferite degli italiani, un po’ per la sua vicinanza e per i tanti motivi d’attrazione, la Francia resta il Paese preferito, che Oltralpe lasciano il 10% della spesa totale all’estero e trascorrono i periodi di soggiorno più lunghi. In termini di spesa, la Francia ha anche superato gli Usa, mentre continua la crescita della Spagna, ora terza. In forte salita l’Egitto e, in percentuale, la Cina.    
Lo studio per macroregioni mostra che nel periodo considerato il Nord-est, dopo aver sofferto come le altre aree per la crisi del 2008-2009, dal 2010 ha ripreso ad attrarre il turismo internazionale, raggiungendo nel 2012 quota 111 (fatta 100 la media nazionale), mentre Nord-Ovest e Centro sono attorno a 100 e invece il Sud e le isole sono fermi al 95. Voli low-cost, aumento e miglioramento dell’offerta turistica non sono evidentemente bastati.   
Nelle conclusioni dello studio, si rileva che l’Italia deve adottare campagne promozionali più efficaci per intercettare i flussi turistici internazionali, dedicandosi specialmente a quei mercati ‘distanti’ sia geograficamente, sia culturalmente, come l’India o la Cina, ma dalle grandi potenzialità.

 

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