mercoledì, 13 Novembre 2024

Covid, Cina rimuove restrizioni per altri 70 Paesi

La Cina ha annunciato la ripresa dei tour di gruppo in un altro corposo pacchetto di Paesi, in cui figurano Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone e Corea del Sud, revocando i divieti decisi nel 2020 per contrastare il Covid-19, a pochi mesi dalla fine della politica della ‘tolleranza zero’ presa all’improvviso a dicembre.
“D’ora in avanti, le adv in tutto il Paese e le compagnie di viaggio online riprenderanno a organizzare tour di gruppo in uscita in oltre 70 Paesi”, ha affermato in una nota il ministero della Cultura e del Turismo.
L’elenco include la maggior parte degli Stati dell’Unione Europea, insieme a India, Pakistan e Australia, il cui inserimento coincide con il miglioramento delle relazioni tra Canberra e Pechino. I gruppi turistici cinesi avevano già ricevuto il permesso di visitare un piccolo numero di Paesi a inizio 2023 nell’ambito di un programma di prova, tra cui mete popolari come Thailandia, Italia e Francia.
Il ministero ha aggiunto che il turismo in uscita si è sviluppato in modo stabile dall’inizio del periodo di prova, “svolgendo un ruolo positivo nel promuovere la promozione degli scambi turistici e della cooperazione”.
La Cina ha avuto nel 2019 il più grande mercato del turismo in uscita al mondo, con i suoi residenti che hanno fatto 155 milioni di viaggi all’estero, secondo le stime di McKinsey.  I draconiani protocolli anti-Covid hanno ribaltato le posizioni negli ultimi tre anni, poiché le autorità cinesi hanno anche limitato i rinnovi dei passaporti e tagliato i voli internazionali per scoraggiare i viaggi. “Attualmente, i voli passeggeri su scala internazionale continuano a riprendere e il desiderio dei cittadini cinesi di viaggiare all’estero è in aumento”, ha dichiarato il ministero degli Esteri.
La Cina ha ripreso a rilasciare una serie di visti agli stranieri a marzo, ma il turismo in entrata rimane a una frazione dei livelli pre-pandemia. Drammatica anche la situazione dei flussi turistici dall’estero in Cina: solo 52.000 unità nel primo trimestre 2023 contro i 3,7 milioni dell’analogo periodo 2019.

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