Nepal nel caos, scontri e morti: aeroporto chiuso

Photo by Prabin RANABHAT / AFP


Il Nepal è nel caos. Decine di migliaia di giovani manifestanti appartenenti alla cosiddetta generazione Z ha deciso di spazzare via il nepotismo e la corruzione che dominano il paese himalayano. Sono scesi nelle strade e, sfidando il coprifuoco, hanno espresso rabbia e dolore per la morte di diciannove di loro e il ferimento di altri quattrocento negli scontri con la polizia. La notizia delle dimissioni del premier K P Sharma Oli “per contribuire a normalizzare la situazione”, non ha fermato la protesta. Che si è fatta sempre più violenta.

Uno dopo l’altro, sono stati dati alle fiamme il Parlamento, l’ufficio del Presidente, la Corte Suprema, sedi di tribunali, uffici del fisco, il quartiere generale della più grande azienda editoriale nepalese, che pubblica il quotidiano Kantipur Post. I manifestanti non hanno risparmiato nemmeno i palazzi reali, che costituiscono i fragili resti del prezioso patrimonio culturale del paese, già massacrato dal terremoto del 2015.

Dopo le istituzioni, è stata la volta delle abitazioni dei leader dell’establishment politico, incendiate e saccheggiate con slogan come “neta chor, desh chod ” (politici ladri, lasciate il paese). La moglie dell’ex premier Jhalanath Khanal è morta per le ustioni riportate nell’incendio della sua villa, in un quartiere esclusivo della città.

Il Nepal si ritrova adesso senza governo, isolato dal mondo, con l’aeroporto, ad appena dieci minuti di distanza dal centro della città, bloccato, con l’esercito che, dopo avere invitato ad interrompere le violenze, si è dichiarato “impegnato a proteggere la sovranità nazionale, l’integrità territoriale e l’unità del paese”.

E con prospettive per il futuro più incerte che mai. Perché, anche se il Presidente Paudel ha invitato tutti i partiti al dialogo nei prossimi giorni per risolvere la crisi, i veri protagonisti della sommossa che nelle ultime 48 ore ha segnato il Paese sono i giovani della generazione Z. Tutti sotto i 30 anni, molti di loro studenti, riuniti in un movimento apartitico che non riconosce nessuna bandiera e che chiede maggiore libertà di espressione, la fine della corruzione e lo svecchiamento di una classe politica i cui leader hanno un’età media sui 70 anni. Un movimento che sinora non ha espresso rappresentanti. Tranne, forse, Balendra Shah, noto come Balen, l’ingegnere civile e rapper che, per la sua fama di paladino anticorruzione, nel 2022 è stato eletto da indipendente sindaco di Katmandu.

Già ieri mattina le compagnie indiane Air India e Indigo avevano cancellato i loro voli verso la capitale nepalese. Air India operava sei voli al giorno verso il paese confinante.

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