Una gita adrenalinica si è trasformata in tragedia: è infatti salito a sei il bilancio delle vittime dell’eruzione di ieri del vulcano sull’isola neozelandese di White Island e secondo le autorità anche gli otto dispersi sono probabilmente morti.
Le immagini scattate da un turista mostrano la violenza dell’eruzione, con l’isola improvvisamente avvolta da un’enorme colonna di fumo e cenere arrivata fino all’altezza di 3,6 chilometri. Il giovane, Michael Schade, aveva appena finito il tour del cratere che domina l’isolotto. Mentre si trovava a bordo di un battello per rientrare sulla terraferma il boato devastante dell’eruzione (vedi foto tratta dalla pagina twitter).
Sull’isola, hanno reso noto le autorità, al momento dell’eruzione c’erano fino ad una cinquantina persone. Un fermo immagine di una telecamera sul cratere mostra un gruppetto di turisti proprio al centro del vulcano pochi secondi prima della strage. Le persone soccorse sono state 31, molte con ferite da ustione.
Intanto, sui media locali infuria la polemica: “Perché c’erano i turisti sull’isola?”, titolano in molti, ricordando che quello di White Island è considerato il vulcano più pericoloso della Nuova Zelanda. Lo scorso 18 novembre infatti l’agenzia geologica nazionale (GeoNet) aveva innalzato a due il livello di allerta per l’isola, segnalando l’inizio di una possibile nuova fase eruttiva.
“Compete ai tour operator decidere come e se interrompere le escursioni sull’isola”, si è difeso un vulcanologo di GeoNet.
White Hall, chiamata Whakaari ovvero “il drammatico vulcano” dai locali, attira ogni anno 10.000 turisti. L’escursione costa 229 dollari e il volantino pubblicitario è chiaro: “I visitatori devono essere consapevoli che c’è sempre un rischio di eruzione a prescindere dal livello di allerta”.