La sospensione dei voli in Egitto in seguito alla sciagura aerea nel Sinai potrebbe arrecare gravissimi danni all’industria turistica russa, già duramente colpita dalla crisi economica, e far fallire numerose agenzie turistiche. Gli operatori turistici che si sono dovuti accollare la spesa di mandare in altri paesi i turisti che non sono potuti andare in Egitto riceveranno aiuti dallo Stato e il governo russo discuterà nei prossimi giorni di un possibile sostegno economico al settore del turismo.
Ma quando i voli in Egitto furono sospesi nel 2011 l’industria turistica russa registrò una perdita di 200 milioni di dollari. E secondo l’agenzia statale per il turismo, Rosturizm, oltre un milione di russi ha visitato l’Egitto nei primi sei mesi del 2015, cioè il 19% dei russi che sono stati in vacanza all’estero. Secondo Blinov della Online tours, ancora la settimana scorsa l’Egitto costituiva il 34% dei viaggi venduti dalle agenzie, la Turchia il 15% e la Thailandia il 10-12%. “Le alternative reali all’Egitto durante l’inverno non ci sono”, sostiene Blinov, secondo cui “la Tailandia costa tre volte di più” e attualmente le vendite si sono praticamente fermate per tutte le destinazioni.
Intanto però il premier russo Dmitri Medvedev ha detto che “per garantire la sicurezza delle vacanze in Egitto ci vorrà tempo”. E ci vorranno ancora due settimane per terminare il rimpatrio dei turisti russi dall’Egitto dopo che Putin ha ordinato di sospendere i collegamenti aerei con il paese nordafricano per motivi di sicurezza in seguito al disastro aereo nel Sinai. In totale sono 25.000 i russi già rimpatriati con voli speciali. Secondo l’Associazione degli operatori turistici russi, il 6 novembre, quando i voli sono stati sospesi, c’erano 79 mila turisti russi in Egitto.