“I terroristi dell’Isis? No, qui a Petra non ci fanno paura”. Parola di Emad Hijazeen, Deputy Chief Commissioner del Parco Archeologico della Città rosa del deserto, l’antica capitale del regno dei Nabatei, oggi luogo simbolo della Giordania.
“Le immagini di quello che è accaduto a Palmira ci hanno impressionato – racconta Hijazeen – Ma non abbiamo paura: qui siamo in Giordania. Il problema, semmai, è che la guerra con l’Isis e la questione sicurezza negli ultimi quattro anni hanno dimezzato i turisti. Fino al 2010 erano un milione l’anno. Oggi sono mezzo milione, perché quando si parla di Medioriente si fa spesso confusione e si mescolano le regioni: Egitto, Siria, Giordania…”. Certo, per proteggere il sito e il suo monumento-simbolo, il Tesoro, “abbiamo attivato un programma, United 4 Heritage, che unisce il Petra Authority, il Dipartimento per le antichità e l’ufficio Unesco di Hamman”. Ma per il resto si lavora e si guarda al futuro come sempre per far conoscere non solo l’archeologia, ma anche la cultura, l’arte”. Come con Petra by night, visite tre volte a settimane per ascoltare canti tradizionali seduti davanti al Tesoro illuminato solo dalle fiaccole. E si lavora anche a un Petra Cultural Heritage, “per un’esperienza reale di contatto con la popolazione”.