L’associazione degli albergatori e ristoratori di Francia ha scritto una lettera alla premier francese, Elisabeth Borne, per lanciare un grido d’allarme sulle conseguenze degli scioperi e delle manifestazioni a ripetizione che stanno danneggiando gravemente il settore, già duramente provato dalla pandemia e dall’inflazione con l’aumento dei costi delle materie prime. Nella lettera si citano gli scioperi dei trasporti, le immondizie non raccolte da giorni a Parigi, i blocchi stradali come elementi che tengono lontani i turisti.
E il conto è già salato, fanno notare i rappresentanti del settore: secondo quanto riferito dal presidente dell’associazione Pascal Mousset, riferisce BFM-TV, nei ristoranti, a Parigi e nelle grandi città, il calo di attività si aggira attorno al 25%. E riguarda soprattutto i locali che sorgono in ‘quartieri sporchi’, quelli in cui la raccolta dei rifiuti non è più effettuata, e in quelli vicini alle stazioni ferroviarie. Per questi ultimi locali, il calo di attività aumenta al 50%. Nei quartieri del centro di Parigi, “dove ogni sera vengono dati alle fiamme i cassonetti – dice a BFM Franck Trouet, delegato generale dell’associazione – gli annullamenti di gruppi di turisti, soprattutto americani, si moltiplicano”. Peggio di tutti stanno – aggiunge – “i locali che si trovano vicini a manifestazioni violente, che sono costretti quindi a chiudere o a ridurre la loro attività, con una caduta dell’80% del fatturato”. In provincia, a dissuadere il turiso sono “i blocchi stradali e il timore di una penuria di carburante alle pompe di benzina”. Nell’ultima settimana il calo d’attività è stato del 40%.