Circa 50.000 posti vacanti: è questo il calcolo degli impieghi da cameriere che dovrebbero essere assegnati in Spagna in vista dell’estate per tornare ai livelli pre-pandemici, secondo quanto riporta la radio Cadena Ser in base a dati del governo. Un problema di mancanza di personale denunciato da tempo dagli imprenditori del settore, che sostengono che la mancanza di ‘vocazione’ e di ‘formazione professionale’ sia il principale motivo che giustifica questa situazione. Argomenti a cui lavoratori con esperienza nel settore ribattono mettendo in luce le condizioni di lavoro spesso precarie, le lunghe giornate richieste e i bassi salari offerti in uno degli ambiti economici cruciali per un Paese che non può certo fare a meno del turismo. Nel 2020, lo stipendio medio nel settore della ristorazione era di 1.119,5 euro, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica.
A sostenere questo secondo punto di vista sono anche esponenti del governo. “Se alcuni imprenditori del nostro Paese hanno difficoltà nel trovare lavoratori e lavoratrici, do loro una pista: che paghino di più, che offrano migliori condizioni”, diceva qualche mese fa in Parlamento la vicepremier e ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, una delle principali promotrici di una riforma, già in vigore, che punta proprio ad abbattere la precarietà.
Ad accusare maggiormente questi problemi di mancanza di personale, riporta un recente reportage de El País, sono zone turistiche come la Costa Brava, una delle mete più gettonate della Catalogna. Per affrontare la situazione, riporta la Cadena Ser, governo, sindacati e imprenditori stanno tenendo colloqui per studiare soluzioni.