Specchi di roccia: i laghi più iconici delle dolomiti
03 Novembre 2025, 09:30
Le Dolomiti sono innanzitutto un regno di pietra, un’architettura verticale che domina lo sguardo e definisce l’orizzonte. È un mondo pallido, quasi austero, che si infiamma di colori struggenti solo all’alba e al tramonto. Eppure, incastonate in questa immensità minerale, si celano gemme di natura opposta: i laghi. Non si tratta di semplici bacini, ma di veri e propri “occhi” liquidi, specchi che catturano il cielo e le cime, raddoppiandone la maestosità.
Il lago di Braies: l’icona dell’alta pusteria
Il Lago di Braies è, forse, l’immagine stessa delle Dolomiti nel mondo. La sua fama, amplificata dai media, non sminuisce la potenza del suo scenario. È un’apparizione improvvisa: un bacino di un verde smeraldo profondo, incastonato a quasi 1.500 metri, su cui incombe la parete verticale della Croda del Becco. L’accesso è diretto, quasi immediato, e questo lo rende meta di un flusso turistico importante. Per coglierne l’essenza, è necessario visitarlo fuori stagione o alle prime luci dell’alba. Il sentiero che lo costeggia, percorribile in poco più di un’ora, permette di allontanarsi dalla zona della palafitta e di trovare scorci di autentica quiete. Per visitare i laghi dell’Alta Pusteria come Braies e il vicino Dobbiaco, la scelta più comoda è prenotare un hotel nelle Dolomiti in quella zona, per poter arrivare presto al mattino ed evitare la folla.
Il lago di Carezza: l’arcobaleno del latemar
Ai piedi dei leggendari massicci del Latemar e del Catinaccio, in Val d’Ega, si trova un lago che sembra uscito da una fiaba. Il Lago di Carezza è noto come il “lago dell’arcobaleno”, e il motivo è evidente. Le sue acque, alimentate da sorgenti sotterranee, possiedono una gamma cromatica cangiante, che muta con la luce. È uno specchio più intimo, più raccolto, dove le guglie pallide delle montagne si riflettono con una nitidezza perfetta. Il livello dell’acqua è variabile, offrendo scenari diversi in ogni stagione. Un semplice sentiero protetto permette di compiere il giro in circa venti minuti, in un’atmosfera di pura contemplazione.
Il lago di Sorapis: la conquista del turchese
Questo lago non si concede facilmente. Non ci sono strade che arrivano alla sua riva; il Lago di Sorapis è una conquista, la ricompensa al termine di un’escursione di media difficoltà. Partendo dal Passo Tre Croci, sopra Cortina, il sentiero si snoda per circa due ore, attraversando boschi e tratti più aerei, attrezzati con cordini metallici che richiedono passo sicuro. L’arrivo, però, lascia senza fiato. Il colore di quest’acqua è unico nel panorama dolomitico: un turchese lattiginoso, quasi opaco, dovuto alla finissima polvere di roccia proveniente dal ghiacciaio soprastante.
Il lago di Misurina: il respiro ampio del Cadore
A 1.754 metri di quota, il Lago di Misurina è il più vasto bacino naturale del Cadore. È un lago che offre un “respiro ampio”, un panorama arioso e grandioso. Le sue acque placide non sono incastonate in una gola, ma si aprono come una terrazza liquida sulle vette circostanti. Lo sguardo spazia dal maestoso gruppo del Sorapis alle Tofane, fino a scorgere, inconfondibili, le Tre Cime di Lavaredo. L’accessibilità immediata lo rende ideale per una passeggiata rilassante lungo il suo perimetro, godendo di quell’aria fine e salubre che, già nell’Ottocento, lo rese un celebre luogo di cura.