sabato, 27 Aprile 2024

608mila Airbnb in Italia: 35% tra Sicilia, Toscana e Lombardia

Sono oltre 608mila gli alloggi disponibili sulla piattaforma Airbnb in Italia nel 2023, con un’offerta concentrata principalmente in tre regioni, che da sole quotano il 35,4%: la Toscana (il 12,9% del totale), la Sicilia (11,4%) e la Lombardia (11,1%). Al quarto posto la Puglia (8,9%) seguita da Sardegna (8,4%), Lazio (8,3%), Campania (6,8%) e Veneto (5,7%). Per quanto riguarda il tasso di occupazione il livello più elevato si registra nel Lazio con 69,3%, seguita da Veneto (62,5%) e Lombardia (60,3%). I dati sono contenuti nella ricerca Airbnb in Italia: i numeri del fenomeno di Jfc, pubblicata in anteprima dall’Ansa.

I 608mila alloggi Airbnb disponibili in Italia pesano in modo diverso su le varie città e territori. Per valutare il livello di sostenibilità che un territorio può sopportare, Jfc ha individuato un indice (Rhr) che rappresenta il rapporto tra il numero dei residenti e la quantità di alloggi su Airbnb. Considerando come valore massimo un indice di sostenibilità pari a 1 (a livello nazionale tale indice è pari a 1,03), la regione che ha quello più elevato è la Valle d’Aosta (4,26 ma fortemente condizionato dall’esiguità dei residenti), seguita da Sardegna (3,25), Toscana (2,14) e Liguria, con un valore pari a 2. Sopra il valore massimo si posizionano anche il Trentino Alto Adige, la Sicilia, la Puglia e l’Umbria.

Sicuramente risulta ancora più interessante prendere in esame l’indice di sostenibilità delle singole destinazioni, al fine di comprendere quanto il “fenomeno Airbnb” incide sulle città e sui centri storici. Nessuna sorpresa per il fatto che Firenze presenti un indice elevatissimo, pari a 3,81, e Venezia la marchi stretta con 3,67. Seguono distanziate ma sempre al di sopra del valore massimo sostenibile Napoli (1,36) e Roma (1,13). Indice positivo invece a Palermo con 0,67.

“Con questo report – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc – intendiamo fornire al sistema turismo Italia i numeri del fenomeno Airbnb che è indubbiamente argomento di discussione giornaliera che coinvolge tutte le destinazioni turistiche. Diventa però sempre più difficile gestire – soprattutto per le località con maggiore appeal internazionale – la relazione tra i residenti ed i turisti (o, per meglio dire, l’esplosione di licenze per affitti turistici da inserire nelle piattaforme online)”. Jfc sottolinea come sono infatti diverse le amministrazioni comunali che “assistono impotenti a una progressiva riduzione degli stock degli alloggi disponibili per i cittadini, e al parallelo aumento degli affitti e del costo delle case, con il conseguente displacement dei residenti dai centri storici”.

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