sabato, 23 Novembre 2024

Federturismo: il turismo ha urgente bisogno di altre misure per sopravvivere 

Con la pubblicazione in Gazzetta del Decreto Cura Italia, le imprese italiane, e quelle del turismo in primis, possono finalmente beneficiare di quella minima boccata d’ossigeno necessaria a superare almeno il mese di marzo/aprile. E’ quanto dichiarano i vertici di Federturismo Confindustria secondo cui, però, restano aperti moltissimi nodi relativi al settore turistico che può dire già certamente e totalmente compromessa la stagione estiva 2020 e che pertanto richiede immediatamente nuove e più estese tutele per tutte le imprese e i lavoratori.

Tra le misure più urgenti, secondo Federturismo, l’estensione temporale dei differimenti e sospensioni di pagamenti e adempimenti almeno fino al mese di agosto/settembre.

Inoltre, è necessario ampliare il sostegno per il settore alberghiero attraverso l’estensione anche agli affitti della moratoria sui mutui in capo alle proprietà immobiliari, misura senza la quale in molti casi si rischia di vanificare la portata della moratoria stessa.

Serve poi un credito d’imposta del 35% sul mancato fatturato delle imprese turistiche nel 2020, anche attraverso slot trimestrali, uno strumento di sopravvivenza per le imprese turistiche che dovranno avere ossigeno e liquidità per ripartire appena possibile.

Altra misura necessaria è quella della tutela delle imprese del tax free shopping rimaste oggi fuori da ogni misura di sostegno pur essendo parte integrante della filiera turistica.
Occorre tutelare in modo più chiaro la portualità turistica italiana attraverso un chiaro riferimento alle relative imprese prima che vengano spazzate via dalle migliaia di disdette già arrivate per tutta la stagione estiva.

Serve, infine, un forte e strutturato coinvolgimento dell’ENIT in tutte le attività di promozione previste dall’art. 72 del Decreto Cura Italia, una svista o una scelta incomprensibile che non possiamo non sottolineare con grande preoccupazione.

Plauso alle norme del decreto è stato espresso da Costanzo Jannotti Pecci, past president di Federturismo Confindustria e di Federterme, perchè rappresentano “un primo importante passo verso un concreto supporto all’industria turistica e termale del nostro Paese”. “L’impegno profuso dalla vicepresidente vicaria di Federturismo Marina Lalli e dal presidente di Federterme, Massimo Caputi, coordinando un efficace lavoro di squadra, ha consentito ai due settori di veder riconosciuta l’importanza che rivestono nell’economia del Paese e dei territori di riferimento – ha proseguito – Occorrerà, ora, nel corso dei passaggi parlamentari migliorare e precisare la portata delle norme per far si che le ombre residue sul futuro delle aziende del turismo e di quelle termali italiane, diventino sempre meno incombenti”.

Con il decreto ‘Cura Italia’ “vengono affrontate le emergenze immediate, come garantire lo stipendio ai lavoratori che rischiano di rimanere a casa, agli stagionali, alle famiglie già in grande difficoltà. Per tutte le imprese, invece, ci sono rinvii di pagamenti e poco altro. Va fatto molto di più e presto”, aggiunge il presidente di Federterme, Massimo Caputi. “Il Governo ha affermato che con il prossimo Decreto Crescita si dovranno definire i percorsi virtuosi per una rinascita dell’economia. Ci auguriamo che possa mantenere la promessa”, dice, sottolineando che “il settore più devastato- ovvero quello del turismo-ricettivo-termale non ha ricevuto quasi nulla – tranne una proroga dei pagamenti”.

Delusione anche da parte del presidente di Assosistema Confindustria, Marco Marchetti: è impensabile non prevedere nella filiera del turismo i principali attori dell’ospitalità”, servizi come “le lavanderie industriali che operano nell’intero settore turistico e alberghiero. Con i nostri clienti saremo pronti a ripartire non appena supereremo questa crisi ma per farlo congiuntamente non è pensabile attuare misure distinte per imprese che operano nello stesso settore, prevedendo aziende di serie A e aziende di serie B”, e il settore delle lavanderie industriali deve essere “ricompreso nella filiera turistico alberghiera”.

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