giovedì, 19 Dicembre 2024

Garavaglia: a maggio stesse regole covid dei competitor

“Non è finita, sarà una dura sfida portare avanti questo ponte verso la ripartenza del turismo ma guardiamo al futuro con serenità. Dal 1 maggio finalmente avremo le regole di tutti gli altri Paesi e quindi potremo giocare alla pari con le stesse regole di tutti e siccome il nostro è il paese più bello del mondo, lo sanno tutti, è la volta buona che la sfida la vinciamo”. Lo ha detto il ministro del Turismo Garavaglia rispondendo al questione time sugli aiuti alle imprese del comparto turistico, riferendosi all’alleggerimento delle misure sulla pandemia. “Questa terribile guerra scatenata da Putin in maniera irragionevole – ha aggiunto Garavaglia – porta un pesante aggravio sul costo dell’energia. E’ stato appena varato il Def dal Cdm, c’è mezzo punto di pil cioè 9 miliardi che andranno a sostenere l’economia, le imprese e le famiglie in questo momento di difficoltà. E’ evidente che il turismo avrà una fetta importante di queste risorse perché lo dice la matematica. Se dobbiamo aiutare le imprese energivore, il costo dell’energia colpisce le imprese che ne consumano di più e il settore della ricezione e anche quello della ristorazione è matematicamente uno dei settori più colpiti. Da queste ulteriori risorse – conclude – ci saranno matematicamente risorse assegnate al comparto turistico, in particolare per alberghi e ristoranti che hanno grandi consumi”.

Per quanto riguarda l’andamento turistico, Garavaglia ha spiegato che “a Pasqua avremo sicuramente buoni numeri, però con prenotazioni sempre più sotto data. Direi last second, neanche più last minute”. Quindi ha sollevato il problema della mancanza di personale: “Abbiamo il 10% di disoccupazione e manca il personale, questo è il problema dei problemi. E’ evidente che qualcosa non funziona. Nel settore della ristorazione il problema sta diventando enorme, ad esempio abbiamo lavoratori (sia italiani che stranieri) che preferiscono accettare i tre giorni a chiamata piuttosto che perdere il reddito di cittadinanza. Deciderà il Parlamento che cosa fare, noi non possiamo fare altro che registrare il problema che è grosso come una casa”.

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