venerdì, 22 Novembre 2024

Shopping Tax Free, in Italia cresce fatturato ma Portogallo traina ripresa

Prosegue il trend positivo per le vendite tax free in Europa che anche a giugno mettono a segno una forte crescita (+409%) rispetto allo stesso periodo del 2021. Un dato molto positivo che segue quello boom di maggio (mese in cui la spesa dei consumatori ha registrato il più alto tasso di ripresa dall’inizio della crisi), accorciando ulteriormente le distanze rispetto al periodo pre-pandemia, con vendite al di sotto del 28% rispetto ai livelli messi a segno nel giugno del 2019. È quanto emerge dagli ultimi dati dell’Intelligence Report di Planet, società che offre soluzioni integrate per i pagamenti internazionali, inclusi i servizi di rimborso IVA.
Guardando al confronto dei singoli paesi con il periodo pre-pandemia, in Italia il fatturato delle vendite tax free è cresciuto a giugno di oltre il 100% rispetto al 2021, mentre risulta ancora in calo rispetto al 2019 (-33%). Stessi numeri per la Spagna, mentre spicca la performance positiva del Portogallo, mercato in cui le vendite tax free sono aumentate a giugno del 6% rispetto allo stesso periodo del 2019 (con una crescita di oltre il 100% sul 2021). A registrare la peggiore performance è invece la Germania, con vendite ancora in calo del 60% rispetto al periodo pre-pandemia. Tra i paesi top spender spiccano Stati Uniti e Regno Unito, insieme a Singapore, Thailandia e Brasile. Mercato, quest’ultimo, che ha visto una forte crescita arrivando a posizionarsi in quarta posizione per spesa tax free in Europa, con una predilezione particolare dei turisti brasiliani per il Portogallo e l’Italia.
Il raffronto da inizio anno vede invece le vendite tax free in crescita del 567% rispetto ai primi sei mesi del 2021, mentre risultano in calo del 45% rispetto al primo semestre del 2019. L’Italia mette a segno una crescita di oltre il 100% da inizio anno rispetto al 2021, mentre la distanza è ancora ampia (-56%) rispetto ai primi sei mesi del 2019. Insieme a Stati Uniti, Regno Unito, Singapore e Brasile, tra i 5 paesi top spender troviamo anche la Cina, che sta però risentendo delle restrizioni anti-Covid sui viaggi.
In Italia la classifica dei consumatori tax free vede in prima fila a giugno (rispetto allo stesso mese del 2019) gli Stati Uniti, con uno scontrino medio di 1.407 euro e a seguire Regno Unito (1.402 euro), India (803 euro), Singapore (1.430 euro) e Brasile (1.062 euro). Mentre da inizio anno, rispetto ai primi sei mesi del 2019, a fare la parte del leone sono sempre gli Stati Uniti (scontrino medio 1.378 euro), seguiti da Regno Unito (1.334 euro), Emirati Arabi Uniti (1.400 euro), Cina (2.051 euro) e Svizzera (800 euro).
Tra i gruppi di acquirenti più dinamici, evidenzia il report, spicca la generazione Z (ovvero i nati tra il 1995 e il 2010), in particolare quella britannica, che tra le città europee preferite per i propri acquisti, oltre a Parigi e Barcellona, predilige anche tre capoluoghi italiani. Dopo Parigi, Milano, Firenze e Roma sono tre registrano infatti lo scontrino medio più alto da parte della generazione Z britannica che, nella Capitale raggiunge i 1.715 euro e e nel capoluogo meneghino raggiunge invece i 1.486 euro. Segue Firenze dove i giovani britannici spendono in media 1.384 euro.  Tra le tipologie di acquisto preferiti da questa categoria di spender d’oltremanica troviamo l’abbigliamento di lusso (circa il 58%), seguito da acquisti vari nei Department Store (quasi il 26%) e gioielli e orologi (più dell’11%).
Per andare incontro alle crescenti esigenze dei consumatori, tra cui quelle di una generazione Z così alto spendente, i brand devono poter semplificare le operazioni quotidiane di gestione dei pagamenti e delle scorte, evitando la continua frammentazione dei processi. “Grazie alle nostre soluzioni, non solo tax free, i merchant possono contare su una piattaforma end-to-end in cui tutti i servizi sono offerti da un singolo fornitore” spiega Stefano Uggeri, SVP e GM Retail Italy di Planet. “Gestione delle scorte, gateway e-commerce all’avanguardia, prevenzione delle frodi, elaborazione sicura dei pagamenti, servizio di rimborso IVA e molto altro: attraverso il connected commerce i brand possono offrire ai propri clienti un’esperienza unificata del marchio, aumentando al contempo i tassi di conversione”.
Infine, il report analizza la performance del settore alberghiero sul fronte dei pagamenti che a giugno mostrano di aver quasi recuperato i livelli pre-pandemici (-7% rispetto allo stesso mese del 2019). Il confronto appare invece meno incoraggiante considerando i primi sei mesi dell’anno, periodo in cui i pagamenti negli hotel sono risultati ancora di quasi un quarto indietro rispetto ai livelli pre-pandemici.
A guidare la ripresa sono in particolare la Norvegia, con una crescita del 25% sul 2019 e la Svezia, quasi tornata ai livelli di giugno 2019. Spiccano anche le performance positive dell’Italia (+15%), della Repubblica Ceca (+9%) e di Svizzera e Irlanda (entrambe +7%). Mentre è ancora molto il terreno da recuperare per Regno Unito, Belgio e Germania (rispettivamente -18%, -16% e -15%).
Anche il settore hospitality, dunque, deve rivoluzionarsi per mantenere le performance alte e cercare di recuperare terreno arrivando ai livelli pre-pandemia.
“Come per il retail anche il settore hospitality deve rivoluzionare i processi di gestione dell’intera guest journey – commenta Simone Colombo, SVP Hospitality Southern Europe di Planet – Dalla prenotazione fino al pagamento delle singole attività, grazie alla piattaforma di Planet gli hotel possono avvalersi di sistemi integrati in un’unica soluzione all-in-one che unisce software e pagamenti per rivoluzionare la guest experience, ridimensionando la dipendenza dalle Online Travel Agencies e migliorare la profittabilità”.

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