Per gli imprenditori balneari le spiagge italiane saranno care ma sono quelle che forniscono i maggiori servizi e "qualitativamente non sono confrontabili con nessun altro Paese". Il Sib, osserva infatti che "i nostri diretti concorrenti come Grecia, Spagna, Croazia e Turchia hanno le spiagge legate alle grandi catene alberghiere oppure libere, senza neppure i servizi minimi, pertanto non sono assolutamente comparabili con quanto offerto dalle nostre imprese balneari". Sul tema tariffe, il presidente del Sib, Riccardo Borgo, dice di aver suggerito agli associati di non aumentare i prezzi rispetto allo scorso anno (al massimo del tasso inflativo pari al 2/3% per chi ha effettuato cospicui investimenti) e che sempre un maggior numero di stabilimenti offra tariffe ridotte per chi va in spiaggia nel primo pomeriggio e per i bambini. "Siamo consapevoli che il turista sia italiano che straniero non vuole e non può sopportare aumenti ingiustificati dei servizi di spiaggia – conclude Borgo – e che eventuali fughe in avanti metterebbero fuori mercato le aziende che, già da tre anni, devono fare seriamente i conti con una diminuita capacità di spesa dei clienti”.
