venerdì, 26 Aprile 2024

A New York torna l’ottimismo

I dati relativi al 2001 parlano di una crescita dello 0,3%

Solo uno 0,3% in più. Ottantamila persone che regalano a New York un sorriso di speranza. A un anno dagli attentati terroristici dell’11 settembre, la metropoli americana fa i primi conti sul turismo e scopre, nel 2001 funestato dagli attacchi alle Torri Gemelle e al Pentagono, un balzo in avanti, leggerissimo, del numero di visitatori statunitensi piovuti in città: quasi 29,5 milioni contro i 29,4
milioni del 2000. Un passettino che negli scorsi anni avrebbe strappato, al massimo, un commento risentito del ‘NYC & Company’ ma che in queste ore così vicine alla commemorazione del giorno piu’ difficile della storia americana, spinge i rappresentanti dell’ente per il turismo newyorchese, a commentare il successo ‘risicato’ in termini ottimistici convinti, per altro, di riuscire a concludere il 2002 sulla stessa lunghezza d’onda. Niente di trascendentale, ma un segno forte del rinnovato
spirito della Grande Mela. Subito dopo gli attacchi dello scorso settembre, infatti, i viaggi ‘domestici’, erano scesi del 7,5% rispetto al 2000, bilanciati (da qui lo 0,3% in piu’ nel computo complessivo) dall’incremento (protrattosi fino ad oggi) dei turisti giunti nella metropoli per venire a trovare amici e parenti. Progresso, pari all’11,6% rispetto al 2000, spinto, come spiegato dal bureau del ‘NYC & Company’, anche dalla decisione immediata dei teatri di Broadway di rilanciare in grande stile la propria programmazione (attirando larghe fette di appassionati americani) e all’abbassamento dei prezzi per le sistemazioni alberghiere. Un abbassamento che, se ha contribuito
a attirare nuovi clienti, nulla ha potuto nei confronti dell’emorragia del turismo d’affari (il più remunerativo per New York) la cui frenata ha visto diminuire le spese da parte dei turisti del 10%, pari ad un miliardo di dollari in meno nei confronti del 2000. Ma, nella lettura tutto sommato positiva del 2001 segnato dagli attentati, l’ente per il turismo di New York, non può ignorare la debacle riportata dagli arrivi internazionali, calati del 9,4% rispetto al 2000, con 45,5 milioni di presenze, rispetto ai 50,9 milioni di dodici mesi prima, frutto della paura di volare da questa parte dell’oceano, nonostante le frequenti attestazioni di stima rilasciate da più parti nei confronti delle forze dell’ordine cui, secondo gli stessi esponenti del ‘NYC & Company’, va il merito di avere trasformato “New York nella città più sicura tra le metropoli internazionali”. Una paura che sembra divenire più forte con l’avvicinarsi dell’anniversario dell’11 settembre. A meno di tre giorni dalla
commemorazione, infatti, il quadro del turismo newyorchese è fatto di sconti da favola e camere tristemente vuote. Nella metropoli, che (secondo stime ancora non ufficiali) entro la fine dell’anno conterà alla voce spese da parte dei turisti circa 4,2 miliardi di dollari in meno, gli hotel di Manhattan stanno praticando una inusuale corsa allo sconto, presentando tagli alle tariffe di oltre il 30% per cercare di attirare quanti più clienti possibili, in quella che sarà la giornata della memoria per il popolo statunitense e, forse, per il mondo intero. Opportunità che non sembrano però interessare i turisti, decisi a passare a casa l’11 settembre (nonostante in questi mesi il luogo più visitato di New York e uno tra i primi in America sia stato proprio ‘Ground Zero’) lasciando semi deserti interi piani di alberghi abituati, nel settembre degli Us Open e delle sfilate della moda, a registrare un confortante tutto esaurito. L’ombra degli attentati, proprio nella stessa data a dodici
mesi di distanza, infatti, pare farsi più spessa e consistente: capace di spingere gli americani a rinunciare a un giorno fuori casa e i tanti intenzionati a prendersi una vacanza nella Grande
Mela a mettere da parte i propri progetti. Prova ne sia la giornata completamente piatta che dovrebbero vivere le compagnie aeree: secondo Orbitz, una delle principali agenzie di viaggio online americane, le prenotazioni aeree per i giorni vicini all’11 settembre sono in calo di oltre il 33% mentre, in base a quanto riportato dalla Carlson Wagonlit di Minneapolis, il primo operatore turistico degli Stati Uniti, su 1.000 uffici della propria catena, il 47% di questi ha risposto di non avere ricevuto prenotazioni per il giorno dell’anniversario degli attacchi terroristici. Cifre che raccontano della impossibilità di considerare l’11 di settembre un giorno come gli altri e che spingono a leggere quello crescita dello 0,3% di turisti americani, come qualcosa in più di un semplice sorriso di speranza.

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