venerdì, 29 Marzo 2024

A Roma un albergo per pochi intimi in una Torre del ‘300

Creato, in puro stile british, dall’ex direttore Berkeley di Londra

Se non la si conosce, e’ molto difficile trovarla. Non c’e’ un’ insegna o un cartello ad
mostrare la strada. Solo una freccia bianca con la scritta ”relais la torre” indica una stradina di campagna poco dopo
Labaro, quartiere dell’ estrema periferia Nord di Roma. Qui, in
pieno parco di Veio, si arriva al ‘buen retiro’ di Stefano
Sebastiani, direttore per 18 anni dell’ hotel Berkeley di
Londra, che in un angolo di campagna, in una torre del ‘300, ha
creato un piccolo rifugio di grande ospitalita’ alberghiera.
Sebastiani, romano da sette generazioni, una vita passata ad
organizzare i soggiorni di regine e capi di stato, alla fine
della carriera ha deciso di tornare alle origini, in compagnia
della moglie Sophie, parigina purosangue. Ha aperto un grande
albergo a Pomezia, poi alle porte di Roma ha scoperto un’ antica
torre da poco restaurata e l’ ha scelta per il suo ‘hobby’: un
‘relais’ in puro stile inglese, immerso nel verde, con giardino,
piscina e quattro sole camere, destinate ad una clientela
selezionata di persone alla ricerca di un turismo fuori dal
coro, fatto di tranquillita’, comodita’ e servizio
inappuntabile. Oltre che di piccoli sfizi come la sauna
finlandese, due ‘fumoir’, uno dei quali dedicato solo al sigaro,
o la cantina con una scelta di vini pregiati.
Per organizzare il piccolo relais (200 euro il prezzo di un
pernottamento con prima colazione, 40 euro a persona per la
cena, apertura tutto l’ anno), i Sebastiani non hanno trascurato
alcun particolare. Lo stile e’ familiare, con nessuno sfarzo, ma
con un buon gusto, affinato dall’ esperienza di una vita, che
traspare da ogni arredo e da ogni mobile delle stanze, ma anche
della piccola sala da pranzo interna e della sala riunioni con
un tavolo capace di ospitare 18 persone. A servire i clienti,
oltre a Sebastiani e alla moglie, ci sono un addetto ai tavoli,
un portiere, una cameriera e, per finire, la cuoca Maria,
napoletana trasferita a Roma, specializzata in piatti regionali.
”Agli ospiti – ha spiegato Sebastiani – non daremo mai
piatti di alta cucina. Io credo che un piatto di spaghetti all’
amatriciana, purche’ serviti come si deve e cucinati alla
perfezione, siano il massimo. Io stesso non disdegno di mettermi
ai fornelli e servire ai miei ospiti un cocktail o un piatto di
pasta. Alla fine sono d’ obbligo i baba’ di Maria, davvero
speciali”. Un discorso a parte merita la cantina, ricavata in
una grotta naturale sotto la torre, dove il proprietario conduce
personalmente gli ospiti per scegliere i vini. Al posto d’ onore
c’e’ un merlot italiano del ’97, che era il ‘vino della casa’ al
Berkley di Londra e che Sebastiani ha adottato per la sua
struttura.
”Con questo relais – ha concluso Sebastiani – volevo fare
qualcosa di diverso. Gli alberghi, anche quelli di gran lusso,
sono ormai troppo impersonali. E’ svanito il concetto di grande
hotellerie, si pensa solo ad affittare una bella camera ma non
c’e’ altro. Io faccio questo lavoro da quando avevo 16 anni e
non voglio fare il ‘signorotto di campagna’ che si disinteressa
di tutto. Volevo chiudere la carriera con qualcosa di mio, di
speciale, senza lo stress dell’ investimento economico. Credo di
esserci riuscito”.

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