venerdì, 26 Aprile 2024

A Venezia più affari sulla terraferma

Sempre più turisti decidono di pernottare fuori dalla città

A Venezia il turismo soffre di meno che altrove, ma la città deve lavorare su un migliore rapporto tra qualità e prezzo per far fronte ad un fenomeno sempre più vasto, quello di chi sceglie di pernottare in località vicine per visitarla solo di giorno. E’ quanto emerge da uno studio del Comune sull’andamento turistico nel primo semestre dell’anno, presentato oggi dall’assessore Armando Peres. I numeri sono quelli elaborati dai dati di vari soggetti tra cui l’Apt, l’azienda dei trasporti lagunari Actv, il porto e l’aeroporto. A fronte della crisi che ha investito le varie tipologie del turismo, comprese altre città d’arte, Venezia vede una situazione stabile nel campo degli arrivi (-0,64%) e abbastanza positiva in quello delle presenze (+0,92). E’ ai turisti stranieri che si deve quest’ultimo saldo positivo, visto che mentre nel resto d’Italia calano del 4,5%, a Venezia aumentano dell’1,29%, e rappresentano l’81% del totale del turismo in città. E sono gli europei, primi fra tutti gli inglesi e i tedeschi, a compensare per il considerevole calo dei giapponesi e degli americani. Dall’Inghilterra si è registrato infatti un aumento di oltre il 34% degli arrivi e del 31% delle presenze (+15,3% e +14,17% i dati corrispondenti relativi alla Germania), a fronte di un calo del 25,68% degli arrivi e del 22.40% delle presenze dal Giappone (-12,05% e -7,64% i dati per gli Usa). Ma è il comportamento degli italiani a suggerire agli operatori l’opportunità di una riflessione: se infatti gli arrivi sono saliti del 13,6% nel primo semestre, le presenze (in sostanza, il numero dei pernottamenti) sono scese dello 0,43%. Insomma, gli italiani a Venezia ci vanno, ma in media non si fermano per più di due giorni. ”In una situazione di crisi economica evidente gli italiani sono più attenti al prezzo – ha sottolineato Peres – e si attendono sempre di più un’effettiva corrispondenza tra valore e costo. E Venezia deve lavorare ancora molto sul rapporto tra costi e qualità. Tanti scelgono infatti di dormire non a Venezia ma fuori, per esempio a Padova o alle terme o al lago di Garda, dove trovano la piscina o altri standard di qualità, e da dove possono raggiungere Venezia magari con il bus con aria condizionata fornito dall’albergo”. Una tendenza in aumento che Venezia deve cercare di limitare, secondo Peres, che ha commissionato a due istituti di ricerca, il Coses e il Ciset, uno studio che quantifichi e analizzi il fenomeno. ”Accanto ai turisti, che si contano in arrivi e presenze e sono circa 6 milioni sui 13-15 milioni di visitatori annui – ha osservato l’assessore -, vi sono gli escursionisti che visitano la città in un solo giorno”. Sono quelli, spiega, che fanno aumentare i costi dei servizi a carico dei residenti senza tuttavia contribuire significativamente all’economia cittadina, e fra loro sembrano essere sempre di più proprio quanti pernottano ad un’ora-un’ora e mezza di distanza. ”Venezia deve dunque fare in modo che i suoi servizi diventino paragonabili a quelli delle altre città – ha ribadito
Peres – anche se introdurre questo genere di concetti può essere molto difficile”. I più sensibili sembrano essere per ora gli albergatori, la categoria che in questa fase accusa le perdite maggiori, soprattutto nella fascia medio-alta. Buona parte della crescita delle presenze, sempre secondo i dati del Comune, deriva infatti dal settore extralberghiero (bed and breakfast e affittacamere), la cui dimensione è notevolmente
aumentata negli ultimi anni. Nel primo semestre ha visto un aumento di quasi il 15% negli arrivi e di quasi il 4% nelle presenze, contro i corrispondenti -2,51% e +0.34% registrati dagli alberghi – i quali tuttavia, è stato anche precisato, hanno un tasso medio di occupazione delle stanze maggiore della media italiana.
Insomma, se la Serenissima attrae turismo più di quanto in questi sei mesi abbiano fatto anche Roma e Firenze, deve stare attenta a non farsene soffiare i vantaggi proprio da quelli che un tempo erano stati i suoi domini di terraferma.

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