lunedì, 7 Ottobre 2024

Aeroflot, una compagnia in fase di decollo

Dopo la crisi degli anni scorsi quest’anno raccoglierà i frutti della ristrutturazione

Dopo aver rischiato di precipitare nel dissesto nell’ultima fase dell’epoca sovietica e nei primissimi anni ’90, tra incidenti e beghe societarie, l’Aeroflot, storica compagnia di bandiera dell’Urss e poi della Russia postcomunista, è da un decennio a questa parte un’ azienda che manifesta segnali di rilancio e consolidamento. Segnali che l’accordo di oggi con Air France e la prospettiva di un ingresso a breve termine nel grande consorzio Sky Team irrobustiscono, ma che trovano riscontro soprattutto nei conti della società e nella ritrovata sicurezza del suo parco velivoli, un tempo considerato a rischio sulla base degli standard internazionali. Sotto la gestione del direttore generale Valeri Okulov, già pilota della compagnia e genero dell’ex presidente Boris Ieltsin, in carica dal 1997, Aeroflot non solo non è affogata nel nepotismo, ma si è rinnovata progressivamente e ha risanato
i suoi bilanci, senza perdere il ruolo guida nel panorama aeronautico russo. La compagnia copre infatti il 60% dei voli internazionali da e verso la Russia, gestisce collegamenti con una cinquantina di Paesi e, pur avendo ridotto al 10% del totale la sua presenza sul mercato dei voli interni, mantiene partecipazioni in alcuni dei vettori regionali moltiplicatisi negli ultimi anni nel Paese, a copertura dello sterminato spazio aereo russo. I conti sono in ordine. Nel 2003 c’è stato un utile di 3 miliardi di rubli, circa 90 milioni di euro, e per quest’anno si prevede che salgano intorno ai 4 miliardi di rubli, circa 110 milioni di euro. Nel 2003 Aeroflot, che impiega 15.000 persone tra cui 2000
piloti, ha trasportato inoltre 5,8 milioni di passeggeri. Quest’anno – nel solo primo quadrimestre – due milioni, con un incremento del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’aumento dei passeggeri, un trend consolidato da
quasi un decennio, si somma a quello del trasporto merci, cresciuto del 30% nell’ultimo anno. Entrata nello Iata soltanto nel 1989, la compagnia russa, al 51% pubblica e al 49% privata, ha inoltre automatizzato pienamente i suoi centri di controlli e afferma di poter garantire oggi livelli di sicurezza – accreditati da agenzie internazionali – del 99,95%. Un servizio interno è stato inoltre creato per il controllo dei bagagli, con cani antiesplosivo unici al mondo, e per ”un’assistenza di bordo” di personale addestrato su voli ritenuti a rischio. Dopo aver acquisito velivoli di produzione occidentale, accanto a quelli russi, Aeroflot ha avviato inoltre nel 2003 un ulteriore ammodernamento del suo parco aerei stranieri, con l’acquisto di 18 nuovi Airbus A-320 per i voli a medio raggio e di 9 Boeing 767-R per quelli a lungo raggio. Entro il 2007
gestirà pure la costruzione di un avveniristico terzo terminal nell’aeroporto di Sheremetievo, a Mosca. La compagnia ha inoltre cambiato i colori, con un disegno stilizzato del tricolore russo su sfondo argentato, assai più moderno del vecchio disegno. Malgrado un concorso ad hoc, non è stato ancora trovato tuttavia un logo sufficientemente riconoscibile per sostituire l’ormai storico, seppur politicamente datato, marchio con falce e martello blu.

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