mercoledì, 17 Luglio 2024

Aeroporti, la Corte dei Conti boccia le nuove concessioni

Troppi ritardi nell’adeguamento delle misure di sicurezza

Ritardi nell’adeguamento degli impianti ai nuovi standard di sicurezza, ritardi nella liberalizzazione dei servizi di handling, assetti carichi di vecchie inefficienze: il giudizio della Corte dei Conti sugli affidamenti delle concessioni aeroportuali è tutt’altro che positivo, tanto da far sconsigliare ”ogni ulteriore accelerazione in materia di concessioni aeroportuali”. ”Il giudizio sul funzionamento del nuovo modulo di gestione, che affida ai concessionari l’esecuzione degli interventi infrastrutturali, è sostanzialmente negativo” afferma la Corte in una relazione inviata al Parlamento sui risultati dei controlli eseguiti sulla gestione finanziaria dell’Enac. L’azione ispettiva svolta dall’Enac sui 38 maggiori aeroporti nazionali aperti al traffico commerciale, riporta infatti la Corte, ha mostrato ”diffusi ritardi nei lavori d’adeguamento delle infrastrutture e degli impianti aeroportuali agli standard
internazionali di sicurezza a causa dell’inerzia delle società di gestione”. E ciò, rileva, avviene ”nonostante che i lavori di ripristino siano finanziati con gli introiti dei diritti aeroportuali”. La Corte pone rilievi anche sulla gestione dei servizi di handling da parte dei gestori aeroportuali. ”In relazione alle implicazioni di carattere sindacale e di protezione sociale, procede a rilento e tra molte difficoltà il processo di liberalizzazione dei servizi d’assistenza a terra” afferma l’organo di magistratura contabile, secondo il quale ”il ritardo che si registra nella definizione dello schema di contabilità analitica per centri di costo, connesso al quadro di riordino della tariffazione dei servizi aeroportuali offerti in regime d’esclusiva, non può essere più tollerato sia perché secondo il Cipe, il livello tariffario massimo è funzione anche della qualità dei servizi prestati, sia perché tale schema condiziona il controllo sulla destinazione di rilevanti quote di risorse pubbliche”. Quanto ancora alle gestioni aeroportuali, la Corte entra nel merito del quadro di riforma del sistema del trasporto aereo, notando che le ”accelerazioni impresse alle procedure di trasferimento delle gestioni aeroportuali a favore dei concessionari parziali e precari in regime autorizzatorio, le decisioni di vertice d’affidamento per quarant’anni della gestione totale degli aeroporti di Bari, Napoli e Firenze non preceduta da un’adeguata ponderazione del piano pluriennale d’investimento, le incertezze derivanti da un quadro legislativo non aggiornato, le irrisolte divergenze sugli obblighi di rendicontazione dei concessionari sui proventi dei servizi offerti in regime d’esclusiva, hanno obbiettivamente ridotto le possibilità dell’Ente di controllare efficacemente il corretto utilizzo delle risorse pubbliche da parte dei gestori, consolidando situazioni potenzialmente idonee a pregiudicare gli interessi erariali”. Occorre quindi, ad avviso della Corte, ”rafforzare gli strumenti di controllo sulla destinazione delle risorse pubbliche rendendo più puntuali e cogenti i presidi sanzionatori a carico dei concessionari inadempienti”. Sempre nell’ottica di riforma del sistema di trasporto aereo, la Corte evidenzia la necessità di recuperare ”i fondamentali dell’impianto riformatore subordinando le concessioni totali ad effettive svolte nella struttura societaria delle concessionarie, idonee a garantire una gestione efficiente e veramente imprenditoriale della stessa e rendendo persuasivo il presidio sanzionatorio sia dal versante della commisurazione delle sanzioni al bene da tutelare (che è quello del mantenimento degli standard di sicurezza del trasporto aereo), sia da quello dell’effettivo esercizio dei poteri ordinativi, coercitivi e sanzionatori a carico dei soggetti inadempienti”. La magistratura di Viale Mazzini considera quindi ”inopportuna ogni ulteriore accelerazione in materia di concessioni aeroportuali che non avrebbe altro effetto che quello consolidare, in modo contingente e disorganico, un assetto carico di vecchie inefficienze e rigidità strutturali”.

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