sabato, 20 Luglio 2024

Aeroporti, l’Antitrust critica il sistema

C’è ancora poca concorrenza e aumentano i costi. Tirata d’orecchie per l’Enac

E’ ancora scarsa la concorrenza nella gestione degli aeroporti e questo determina inefficienze, a partire dall’incremento dei costi. E’ la conclusione cui è giunta l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che
ha inviato in proposito una segnalazione in Parlamento. E’ ”evidente”, nella gestione degli aeroporti ”la sussistenza di alcuni nodi insoluti di carattere concorrenziale – si legge nel documento – che si ripercuotono fondamentalmente
sull’efficienza del trasporto aereo, in quanto determinano un
incremento dei costi sopportati dalle compagnie aeree nella fase aeroportuale”. L’Antitrust punta il dito anche contro l’Enac, a cui ”è stato attribuito un ruolo centrale” e nella cui attività di controllo e regolazione ”si sono riscontate alcune disfunzioni, riguardanti in particolare le materie dell’handling e della tariffazione dei servizi aeroportuali centralizzati”. I problemi concorrenziali, secondo l’Antitrust, sono legati alle caratteristiche di monopolio naturale dell’aeroporto e alla concessione esclusiva della gestione dell’infrastruttura, tale che ”laddove non ci siano efficaci trumenti di limitazione di tale potere di mercato”, c’è il rischio che si verifichi una rendita monopolistica per l’impresa. L’Autorità considera dunque necessario che ”il contenuto degli atti concessori sia definita in maniera precisa, in modo da delimitare chiaramente l’ambito di attività attribuito in esclusiva al gestore”. Inoltre rileva che per l’assegnazione delle concessioni si ricorra a procedure di gara ”ad evidenza pubblica” e a questo scopo auspica che dalla proposta di legge di riforma del trasporto aereo all’esame della Camera ”siano eliminate le disposizioni che consentono al gestore aeroportuale di sottrarsi alle procedure concorrenziali”. Inoltre la durata dell’atto concessorio ”non deve in ogni
caso essere eccessivamente prolungata, auspicandosi che il
titolare della concessione sia sottoposto ad un confronto
competitivo con potenziali concorrenti con una adeguata cadenza temporale”, pur tenendo conto della durata dei piani di investimento che ”non è parametro imprescindibile per la
determinazione della durata della concessione”. Dunque,
l’Antitrust critica la durata massima della concessione prevista oggi di 40 anni, chiedendo che il termine sia ”sensibilmente inferiore”. L’Autorità invita, ancora, ad evitare che il gestore delle infrastrutture estenda la propria posizione dominante in mercati contigui (come i servizi di handling e i servizi commerciali in aeroporto) e auspica, infine, che l’Enac ”intraprenda quanto prima iniziative incisive affinché si giunga ad una tariffazione dei servizi centralizzati orientata ai costi” e ad una situazione ”in cui i gestori non ostacolino l’ingresso di
nuovi operatori in mercati contigui o estendano arbitrariamente i poteri derivanti dalla concessione in esclusiva delle infrastrutture aeroportuali”.

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