sabato, 20 Luglio 2024

Aeroporti, uno “Scudo” proteggerà Linate

Il primo scalo italiano con il Sistema Civile Unificato Difesa Operazioni

L’aeroporto di Linate, dove l’8 ottobre del 2001 avvenne la più grande tragedia dell’aviazione civile (118 morti) a causa di un piccolo aereo che attraversò la pista dove stava decollando un velivolo di linea, dovrebbe sperimentare entro la
fine di quest’anno, primo in Italia, un sistema radar in grado da fare da scudo, appellativo che è anche l’ acronimo di Sistema Civile Unificato di Difesa delle Operazioni, che dovrebbe diventare operativo nel 2005. L’annuncio è stato dato
dal presidente dell’Enav, Bruno Nieddu, nel corso del convegno sulla sicurezza aerea organizzato all’ Università Bicocca di Milano, al quale ha partecipato anche il presidente dell’Enac, Vito Riggio. Uno scudo su Linate, quindi, per proteggere l’intero sistema dell’aeroporto e controllare ogni movimento: da quello degli aerei sulle piste e sui raccordi a quelli anomali di mezzi e
persone in aree interdette. Un sistema, quindi, in grado di prevenire incidenti come appunto quello che si è verificato nell’autunno di tre anni fa, ma anche movimenti sospetti di persone che si sono introdotte in zone vietate. ”Con questo sistema – ha spiegato Nieddu – sarà possibile individuare aerei
civili fino a 20 chilometri dall’aeroporto, inoltre grazie dal radar in banda ‘W’ alta risoluzione, già operativo a Francoforte, Lione e Varsavia e sperimentato a Bergamo e a Fiumicino, sarà possibile rilevare anche piccoli bersagli come appunto persone, bagagli e oggetti piccoli come una tazzina da
caffè”. Tutto ciò, ha spiegato il presidente dell’Enav, con il vantaggio di poter realizzare una rete di miniradar a basso costo e a copertura ottimale.
La sicurezza negli aeroporti è tornata d’attualità proprio due giorni fa a Ronchi dei Legionari, dove un aereo ha urtato con l’ala un autocarro mentre dalla pista, lentamente, stava raggiungendo il piazzale dello scalo. Il paragone con la sciagura di Linate non è certo campato in aria anche se in questo caso non ci sono state vittime. Secondo Nieddu, però, a Ronchi c’è stata solo distrazione da parte di qualcuno. Vito Riggio, invece, che subito dopo la strage all’aeroporto milanese venne incaricato di studiare il testo per la riforma delle norme di controllo al fine di garantire l’individuazione con la massima sollecitudine delle responsabilità, ha sottolineato come l’obiettivo sia ancora lontano. ”In due mesi – ha ricordato – abbiamo approntato il testo che, però, deve ancora essere approvato. Tutto ciò nonostante mi venne spiegato che
c’era urgenza di definire la questione. Insomma per un caso come quello di Ronchi dei Legionari in 48 ore al massimo si dovrebbe sapere tutto”.
I problemi per garantire il massimo della sicurezza sono tanti e aumentano a causa dello stesso elevato numero di aeroporti. ”Abbiamo, a differenza degli altri paesi che ne hanno uno – ha ricordato Riggio – due mezzi hub, Fiumicino con i sue 25 milioni di passeggeri e Malpensa con i suoi 19, ai quali si aggiunge Linate con 6 milioni. Quasi ogni provincia ha il suo aeroporto, basti pensare che in Sicilia, oltre a quelli già esistenti, sono state avanzate altre quattro richieste”.

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