giovedì, 18 Aprile 2024

Agriturismo e Archeologia alleate dell’estate

Una strutture su cinque offre corsi ed escursioni alla scoperta del passato

Archeologia e agriturismo insieme per
riscoprire soprattutto i luoghi delle aree interne, meno
conosciuti ma ricchi di reperti di grande interesse culturale,
la cui esistenza e’ minacciata dal cemento. E’ quanto emerge da
una indagine della Coldiretti sulla base della guida di
Terranostra Campagna Amica Agriturismo dalla quale si rileva che
quest’anno ben un agriturismo su cinque offre corsi, escursioni
e visite guidate alla scoperta delle testimonianze lasciate dal
passato.
Si tratta di aree di immenso fascino, capaci di trascinare le
economie delle aree interne verso quello ‘sviluppo sostenibile’
nel quale la fanno da protagonisti i beni naturalistici,
l’agricoltura di qualita’, l’enogastronomia, l’accoglienza
rurale e il turismo culturale. E se in alcuni agriturismi sono
addirittura offerti prodotti tipici che si identificano con il
passato come il carciofo di Paestum, molteplici sono le proposte
di valorizzazione che riguardano escursioni guidate, corsi di
archeologia, lezioni di storia sui beni archeologici e
culturali.
Una lista, quella delle aziende agrituristiche nei pressi dei
siti archeologici composita e interessante che – evidenzia la
Coldiretti – non trascura le diverse ere dell’uomo: dalla
preistoria che si puo’ incontrare nel parco dei dinosauri a
Faicchio (Benevento) alla Grecia classica in Sicilia, nei pressi
di Kamarina (Ragusa) dove si possono apprezzare gli scavi di
Kaukana e le necropoli di Ispica e Pantalica, mentre in Sardegna
a Lunamatrona (Cagliari) i siti archeologici riguardano opere
grandiose quali il Nuraghe di Barumini, il complesso di
Villanovaforru e la Giara di Gesturi. Moltissime sono le aziende
nei pressi di siti archeologici di epoca romana, come Piano di
Sorrento (Napoli), non lontano da Pompei, dove vengono proposti
corsi di archeologia per dilettanti, o Genzano (Roma) dove, in
un antico casale di epoca imperiale il pranzo e’ servito nelle
cisterne romane conservate intatte per duemila anni. A
Sant’Ambrogio di Torino, all’interno di un agrituristmo nei
pressi della Sacra di San Michele, millenario monumento simbolo
del Piemonte, vi sono invece reperti del periodo celtico.

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