giovedì, 2 Maggio 2024

Alitalia, ai Sindacati i conti non tornano

Il negoziato si allunga, mentre il Governo prepara provvedimento-tampone

Nuovo stop alle trattative fra azienda e Sindacati i rappresentanti dei lavoratori rifanno i conti del piano Alitalia e trovano incongruenze: per questo chiedono chiarimenti all’azienda. In attesa di una verifica sulle cifre, slitta nuovamente la no-stop che doveva preceder il consiglio di amministrazione previsto per oggi pomeriggio. Non sembra far intravedere spiragli di intesa, infatti, il confronto sul nuovo piano industriale che l’amministratore delegato Marco Zanichelli sperava di portare oggi al board con l’ok dei sindacati e delle organizzazioni professionali. Le posizioni dei rappresentanti dei lavoratori sono articolate e, comunque, in prevalenza distanti da quelle dell’azienda. Ai
tavoli tecnici di piloti, assistenti di volo e personale di terra, poi, le cifre portate da Alitalia sono state ricalcolate e sono emersi risultati differenti. Così è stato chiesto al responsabile del personale Massimo Chieli e a quello delle relazioni industriali Marco Sarti (che conducono la trattativa)
di rifare i conti. In un quadro che appare ancora abbastanza confuso il cda di oggi pomeriggio si troverà ancora di fronte ad una situazione indefinita. Mancando la quantificazione degli interventi di cui Alitalia potrà beneficiare con il decreto sui requisiti di sistema, di cui il governo ha annunciato il varo giovedì prossimo, e in assenza di un accordo con le parti sociali, il board non dovrebbe poter far altro che aggiornarsi a dopo il Cdm, in maniera da avere almeno il dato certo dell’importo del provvedimento governativo. Su cui
l’azienda potrà ancora modificare il business plan 2004-2006 e, una volta aggiornato con numeri certi, sottoporlo nuovamente ai sindacati, sapendo fin dove si potrà spingere. Cosa cioè poter concedere ai lavoratori e capire quanto questi ultimi sono disposti a dare in cambio. Per arrivare al varo di un piano, il consiglio di amministrazione sembra dover quindi attendere ancora. Sarebbe,
invece, superato, il piano definito ‘forte’ e annunciato per questa settimana dal presidente della compagnia, Giuseppe Bonomi. Cioè quello con 5-6.000 esuberi e senza calcolare i requisiti di sistema, richiesto nei giorni scorsi all’azionista Tesoro, quando aveva annunciato che non poteva decidere sugli
interventi per il settore in quanto non dipendenti da lui. Un intervento del governo, comunque, ci sarà, anche se non risolutivo. Lo ribadisce il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Pietro Lunardi, augurandosi che al Consiglio dei ministri ”si possa portare un qualcosa che dia respiro ad Alitalia e dia tempo per studiare una soluzione adeguata per la compagnia”. Un provvedimento-tampone, quindi, che comunque sarà verificato ”in ogni caso con l’Unione Europea”.

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