venerdì, 26 Aprile 2024

Alitalia, Cimoli riferisce alla Camera e torna il gelo con i Sindacati

L’Ad ha prospettato due soluzioni: o l’accordo sul Piano o la liquidazione

Senza un accordo con i sindacati sul piano industriale, l’Alitalia non potrà incassare il prestito andando inevitabilmente verso la liquidazione. E’ un messaggio esplicito quello che il numero uno della compagnia di bandiera,
Giancarlo Cimoli, lancia di fronte alle Commissioni Bilancio e Trasporti della Camera. Che raggiunge immediatamente i diretti interessati, pronti allo sciopero se non ci sarà un piano condiviso, ma anche la Borsa, dove il titolo Alitalia, sotto i riflettori fino alla mattinata per l’ok della Commissione Ue al prestito ponte, ha invertito la rotta, arrivando a perdere oltre il 3,3%. Ricevuto dunque il benestare di Bruxelles al prestito e in attesa del consiglio di amministrazione del 28 luglio, Cimoli si è presentato alla Camera spiegando che le strade percorribili per Alitalia restano due: o si incassa il prestito con l’accordo dei sindacati sul piano industriale o si apre un altro scenario, cioè la liquidazione. Dichiarazioni che sono state interpretate dai sindacati come un ”ultimatum”, una sorta di ricatto per fare pressione sulle organizzazioni sindacali e spingerle ad approvare, con l’amaro in bocca, il piano di ristrutturazione 2005-2008 che sarà presentato tra una settimana, subito dopo il cda. Il Sult, da sempre irremovibile sullo smembramento della compagnia e sull’affidamento di attività di terra a società esterne o a joint venture a minoranza Alitalia, protagonista dei blocchi che ad aprile hanno mandato nel caos gli aeroporti, è ancora una volta il più determinato. Il sindacato, spiega il segretario nazionale Paolo Maras, ”non ha intenzione di subire un piano industriale non condiviso”, che preveda ”l’esplosione dell’azienda in un agglomerato di società”. Se le linee guida saranno quelle che si leggono sui giornali, ”con ricadute devastanti per la compagnia”, le forme di lotta saranno commisurate agli effetti del piano, compresi mobilitazione e sciopero.
Una posizione in parte condivisa anche dalla Filt Cgil: ”se il piano non sarà soddisfacente e non darà risposte strategiche limitandosi a misure per il contenimento dei costi, – afferma il segretario generale Fabrizio Solari – nessuno potrà chiederci di non utilizzare tutte le armi in nostro possesso, compreso lo sciopero”. Il piano finora emerso dalle anticipazioni di stampa è ”già un piano degno di un commissario”, continua, privo di una visione completa dei problemi del trasporto aereo, per questo la minaccia di liquidazione ”non funziona”. Le parole di Cimoli sono ritenute ‘inaccettabili” anche dall Fit Cisl: ”è a dir poco singolare la dichiarazione
dell’Ingegner Cimoli che pone quasi in modo ricattatorio il sindacato davanti ad un ultimatum, o la acquiescenza ad un piano sconosciuto o la liquidazione dell’Alitalia”, afferma il sindacato chiedendo di aprire immediatamente un tavolo di confronto. Tensioni solo in parte smorzate in serata da un comunicato di Alitalia nel quale si legge che ”Il Presidente e Amministratore delegato di Alitalia non ha lanciato ai sindacati alcun ultimatum e ricatto”. Cimoli ”non ha chiesto ai sindacati un’acquiescenza sul piano di ristrutturazione della compagnia, bensì un confronto prioritario e vitale con le organizzazioni
sindacali per avere, dopo averlo discusso, l’adesione al piano stesso”. E un invito ad accelerare i tempi arriva dal ministro delle Politiche comunitarie Rocco Buttiglione: ”l’Alitalia deve fare il piano industriale, deve approvarlo e implementarlo perché senza misure rapide rischia di scomparire dal mercato europeo”, afferma, ribadendo che entro sei mesi o al massimo un anno la compagnia dovrà essere privatizzata. Tale è infatti la scadenza imposta da Bruxelles: ”Prima di un anno il caso Alitalia deve essere risolto”, sottolinea la Commissaria Ue ai trasporti Loyola de Palacio che invita l’Alitalia a una ”vera ristrutturazione” che implichi anche ”tagli all’occupazione”. Oltre alla posizione dei sindacati pesa intanto sulla compagnia di bandiera la minaccia della Lega che, in attesa che il decreto sul prestito ponte arrivi in aula alla Camera venerdì, avverte che ”non voterà alcun provvedimento se non verrà chiarito se Alitalia con questo prestito ponte avrà ancora una posizione di autonomia o verrà svenduta alla holding francese con a capo Air France”.

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