mercoledì, 1 Maggio 2024

Alitalia, comincia la settimana decisiva

Per Maroni saranno un centinaio i milioni messi sul tavolo dal Governo

Operativo voli ormai verso la normalità, o quasi, e quadratura dei conti, invece, sempre più in alto mare. Questa settimana potrebbe essere decisiva per l’Alitalia, la cui crisi finanziaria sembra ormai giunta al culmine. Dopo i blocchi selvaggi, con annessa precettazione, che hanno semiparalizzato il paese, l’attenzione di vertici aziendali, rappresentative sindacali, Governo, mercati e partner potenziali è tutta puntata sulla giornata di oggi. Il primo incontro
plenario a Palazzo Chigi servirà per misurare i margini di progresso della trattativa e pesare le esigue risorse disponibili. Un assaggio di quanto i vertici dell’Alitalia troveranno sul tavolo del Governo è stato offerto dal ministro del welfare Roberto Maroni. ”L’Alitalia aveva ipotizzato circa 200
milioni attraverso il provvedimento sui requisiti di sistema, ma togliendo lo spostamento del traffico da Linate a Malpensa, togliendo l’Irap e limando qualche altra voce, l’intervento che il governo sta pensando – ha detto – potrebbe aggirarsi tra i 90 e i 100 milioni di euro”. Un impegno che, inoltre – ha fatto rilevare Maroni – potrà essere preso venerdì dal consiglio dei ministri, solo dopo, cioè, aver verificato un accordo fra le parti. Un apporto di risorse inoltre molto contenuto, se si considera che i soli due giorni di agitazioni sono costati ai bilanci della compagnia 40 milioni di euro, bruciando di fatto circa la metà della cifra offerta dal ministro. Tutto gira quindi sempre di più intorno al piano industriale che l’amministratore delegato Marco Zanichelli si trova a dover confezionare, cercando il consenso delle rappresentanze sindacali di piloti, assistenti di volo e personale di terra,
ognuna con priorità differenti. Fra i risparmi a cui Alitalia potrebbe puntare per risanare in parte i conti in rosso, secondo il piano dell’amministratore delegato Marco Zanichelli non ancora reso pubblico, ci sarebbero – secondo quanto riferito da fonti sindacali – 1.100 esuberi e il progetto di partnership con società per i servizi di manutenzione, handling e information technology (attività non core per la compagnia aerea) che riguarderebbero in totale 2.100 dipendenti. Inoltre, l’aviolinea potrebbe risparmiare anche con la fuoriuscita per pensionamento di 160-180 piloti. Per quanto riguarda questi ultimi, il risparmio (considerando il costo di 80-85 mila euro per un comandante anziano senza incarichi) andrebbe dai 13 ai 15 milioni di euro. La scelta di molti
piloti, però, sembra dipendere dalle prospettive di riordino della legge sulle pensioni senza il quale dall’anno prossimo il tetto medio delle pensioni scenderebbe del 25%, da 100 mila a 80 mila euro e dall’eventualità dell’aumento dell’età pensionabile da 60 a 65 anni secondo l’orientamento dell’Enac.
Quanto al progetto di attività in partnership, sinora sono trapelate notizie di ipotesi allo studio sulla costituzione di new-co con altre società; operazione che porterebbe risparmi, efficientamento e ricavi anche dalla eventuale vendita dei servizi a terzi. All’ipotesi di partnership si oppongono però fermamente i sindacati che rappresentano proprio i lavoratori impiegati in questi settori e che temono che le partnership si traducano in outsourcing con il rischio del posto di lavoro. Comunque, l’ipotesi delle partnership sembra ruotare attorno
alla possibilità da un lato di mettere sul mercato queste attività con la prospettiva di definire una short list fra le società candidate per l’ottimizzazione del progetto. Dall’ altro, si starebbe ragionando se cedere queste attività a società pubbliche (anche se qualcuno osserva che ci potrebbe
essere una contestazione per aiuti di Stato). Sui servizi relativi all’informatica, un’ipotesi sarebbe il polo tra Finsiel (Telecom) ed Elsag (Finmeccanica), su cui sono in corso approfondimenti. Ma un’altra ipotesi, che probabilmente richiederebbe tempi meno lunghi, sarebbe quella di affidare il
servizio alle Poste. Per il settore della manutenzione (svolto per esempio dall’Atitech di Napoli) si guarderebbe alle Officine Aeronavali (controllata di Alenia aeronautica, a sua volta controllata di Finmeccanica di cui il Tesoro ha il 32,3%). Per quanto riguarda il servizio di handling (servizio a terra
che Alitalia svolge nella maggior parte degli scali), un’ipotesi circolata è quella di trovare una soluzione con Fincantieri (controllata pubblica) che svolge un servizio simile a livello portuale. Le attività che andrebbero in partnership – che nel piano dell’ex amministratore delegato Francesco Mengozzi
venivano destinate all’outsourcing e avrebbero coinvolto 1.100 dipendenti – sono quelle definite ”non core” e cioè le funzioni ”Corporate, per quanto riguarda attività nell’ambito di amministrazione, Finanza e Controllo, Human Resources,
Centralized Business Services, e l’area dei Sistemi Informativi, con specifico riferimento alle infrastrutture tecnologiche ed a tutto o parte del portafoglio di applicazioni”. Per quanto riguarda gli esuberi, le aree individuate sarebbero le stesse del piano Mengozzi e cioè ”di staff (centrali e di
business unit), attività di supporto e di back office delle aree commerciali e, per quanto riguarda le aree operative, la rete di vendita e le aree tecniche del Gruppo, quali Engineering & Maintenance e Atitech”.

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