sabato, 27 Aprile 2024

Alitalia, da Bruxelles arriva l’ipotesi prestito-ponte

La Commissione fissa i paletti per il salvataggio della compagnia

La Commissione europea non potrà autorizzare nuovi aiuti di Stato in favore di Alitalia, ma ciò non vuol dire che la compagnia di bandiera italiana non possa
beneficiare di un ”prestito-ponte”, che accompagni un piano di ristrutturazione. E’ questa la posizione dell’esecutivo di Bruxelles, che ieri è tornato a fissare i paletti per il salvataggio del vettore da parte del governo italiano. ”Alitalia non potrà in nessun modo beneficiare di ulteriori aiuti di Stato”, ha ribadito il portavoce della commissaria Ue competente per i Trasporti, Loyola de Palacio, ricordando la regola ”one time, last time” (una volta, ultima volta), in base alla quale le compagnie aeree che hanno già ricevuto sussidi pubblici non possono più ottenerne. Bruxelles – ha tuttavia aggiunto il portavoce, Gilles Gantelet – potrebbe autorizzare l’erogazione di un ”prestito- ponte” da accompagnare ad un piano di ”ristrutturazione” o di
”liquidazione” della società. Un ”aiuto di salvataggio” che, però, oltre a dover essere autorizzato dalla Commissione Ue, andrebbe rimborsato ”entro sei mesi” dalla sua erogazione o sarebbe rinnovabile solo ”per altri sei”. Una soluzione, ha ricordato il portavoce, utilizzata nel caso del fallimento della
compagnia belga Sabena. Un’ipotesi immediatamente respinta dal ministro del Welfare, Roberto Maroni, che ha definito ”stravagante” l’opzione avanzata dal portavoce Ue. ”Non è da oggi – ha attaccato il ministro leghista – che la Commissione Ue interviene con moniti preventivi” che ”non meravigliano perché vediamo il volto del presidente della Commissione sui manifesti elettorali”. Ma quella del ”prestito-ponte” non è la sola opzione suggerita da Bruxelles. ”Un’altra ipotesi aperta – ha aggiunto Gantelet – è quella delle misure generali a favore dell’intero settore aereo in Italia”. Anche in questo caso, però, vi sono dei vincoli precisi: le misure generali potrebbero essere
autorizzate solo se ”non forniscono vantaggi economici a nessuna compagnia in particolare”. Un esempio potrebbe essere quello di una ”copertura da parte del governo dei costi per la sicurezza negli aeroporti”, su cui la Commissione, ha detto Gantelet, appare favorevolmente orientata. Infine, ha detto il portavoce, un’ultima ipotesi potrebbe essere quella di una nuova ricapitalizzazione di Alitalia, dopo quella autorizzata da Bruxelles nel 2002. Anche in questo caso
tuttavia vi sono precise condizioni per evitare che la misure configuri aiuto di Stato: è necessario cioè un massiccio ricorso di capitali privati. La Commissione, ha sottolineato il portavoce nel consueto briefing dell’esecutivo Ue, non auspica la ”bancarotta” di Alitalia, visto che ”non lavora mai al fallimento di una società”. Ciò non toglie, ha aggiunto, che il compito di
Bruxelles è quello di verificare che tutto avvenga ”nel rispetto delle regole”. Un esame necessario anche in considerazione delle proteste di altre compagnie aeree (almeno cinque o secondo quanto riferito dal portavoce, fra cui British Airways, Lufthansa e la britannica Easyjet) contro l’ipotesi di
interventi pubblici in favore della compagnia italiana. La Commissione europea, ha infine ricordato Gantelet, non ha ricevuto per il momento nessun tipo di informazione da parte del governo italiano sulle misure allo studio. ”Al momento non abbiamo assolutamente idea di cosa sia previsto”, ha osservato
il portavoce, dicendosi però ”certo che i contatti necessari avranno luogo”.
”Capisco che al momento è in corso un importante dibattito in Italia” e comunque ”la scadenza non è improrogabile”, ha concluso il portavoce, quasi giustificando il silenzio delle autorità italiane.

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