giovedì, 2 Maggio 2024

Alitalia, dal Cdm segnali incoraggianti

Il Premier esclude spezzatini. Imminenti i primi interventi

La soluzione della crisi Alitalia passerà attraverso un intervento del governo senza ‘spezzatini’, bad e best company. Un chiarimento nella maggioranza ha infatti spazzato via dal campo le ipotesi che circolavano da tempo di svendita della compagnia o di costituzione di una bad company nella quale far confluire passività e personale in esubero, per altro rilanciate nei giorni scorsi dal Ministro del Welfare. ”L’idea di una best company per l’Alitalia non ci appartiene” ha tagliato corto oggi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Sarebbe stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, nel corso della riunione a Palazzo Chigi, secondo le ricostruzioni dei partecipanti, a bocciare l’ipotesi spezzatino, invitando i ministri presenti ad astenersi
da dichiarazioni isolate che non aiutano a trovare il bandolo
della matassa ma che, anzi, fanno pensare ai cittadini che il
governo si muova in ordine sparso. E lo stesso Berlusconi, stufo di ricette e veti incrociati, avrebbe invitato An e Lega, che più direttamente hanno giocato un ruolo nel ricambio ai vertici della compagnia, ad assumersi la responsabilità delle scelte sbloccando la situazione di empasse che paralizza il futuro della compagnia. Come il braccio di ferro che si trascina da mesi sullo sviluppo strategico degli hub di Fiumicino e Malpensa o le differenti valutazioni riguardo al problema esuberi. Un chiarimento basato quindi sulla consapevolezza comune che, senza interventi radicali, l’Alitalia, nonostante l’accordo con
Air France ha un futuro di breve respiro e che ha rimesso in
moto l’operazione salvataggio. Già giovedì prossimo si terrà
una riunione di governo per delineare la filosofia di intervento su cui muoversi. ”L’Alitalia deve rimanere integra. Non esiste nessuna ipotesi di dividerla in una best-bad company – ha dichiarato Maroni dopo il Consiglio dei ministri – si deve solo decidere sui cosiddetti requisiti di sistema. La situazione è chiara, manca solo una decisione formale del governo, decisione che ci siamo impegnati a prendere la prossima settimana per garantire un futuro adeguato alla compagnia” ha precisato il ministro. Maroni ha definito quella della ‘best-bad company’ una ”soluzione sbagliata”, frutto di ”divagazioni che la Lega intende contrastare perché favorirebbero solo alcuni investitori”, di cui però Maroni non vuole ”fare i nomi”. Comunque, conclude, ”non è quanto concordato nella maggioranza
di governo e con i sindacati”. Il Piano: giovedì i ministri interessati si riuniranno per mettere a punto il decreto sui requisiti di sistema. L’obiettivo è reperire circa 200 milioni di euro per il settore, di cui più di 100 dovrebbero interessare la ex compagnia di bandiera. L’ideale sarebbe addirittura di trovare il modo per individuare stanziamenti a spesa corrente, in modo da evitare interventi ‘una tantum’ che rischierebbero di riproporre il problema del trasporto aereo già dal prossimo anno. Esuberi: l’arrivo dei requisiti dovrebbe sbloccare anche l’accordo con i sindacati che, con gli interventi del governo, con misure di sostegno al reddito e di mobilità interna ed esterna, potranno puntare ad una riduzione dei 1.500 esuberi previsti dal vecchio piano. ”C’è assoluta necessità di recuperare produttività” da parte di tutti, ha detto Bonomi, secondo il quale ”incidere sul costo del lavoro non è un imperativo categorico”. Dunque, secondo il presidente di Alitalia, è possibile evitare esuberi ”in teoria, rielaborando il piano industriale partendo dalle prospettive di sviluppo industriale”. Le linee del nuovo piano e le misure previste potranno quindi andare ad un primo esame del consiglio di amministrazione della compagnia, che si terrà dopo il 20 aprile. Tra le misure che potrebbe in futuro esaminare il cda, secondo indiscrezioni, ci potrebbe essere anche un progetto di un nuovo accordo commerciale con Volare, la compagnia che nei giorni scorsi era stata identificata come possibile alleato per il rilancio della
‘best company’. Volare, secondo alcune voci, potrebbe essere
anche al centro di possibili fusioni ma in futuro, in un’ottica di rafforzamento del mercato interno in vista dell’integrazione con Air France. Tramontata anche l’ipotesi di far confluire Alitalia nella controllata Alitalia Express, che ha di recente acquistato gli slot della fallita Gandalf.
Requisiti di sistema: sono i tre ministeri coinvolti Welfare,
Tesoro e Infrastrutture, assieme alla presidenza e alla vice
presidenza del consiglio dei ministri, che stanno predisponendo lo schema del provvedimento che sarà esaminato giovedì. Il Welfare è al lavoro sull’aspetto sociale, prevedendo circa 2.500 provvedimenti di sostegno al reddito di cui 1.500 per i dipendenti Alitalia. L’Economia si è occupata dell’aspetto fiscale prevedendo risorse per ridurre le accise sul carburante GP1 (Jet fuel) per 300-400 milioni di euro e i diritti di sorvolo, atterraggio e decollo all’Enav. Alle Infrastrutture si sono invece occupati della ripartizione del traffico aereo tra Milano-Linate e Malpensa.

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