giovedì, 28 Marzo 2024

Alitalia, domani riprende il confronto

Allo studio l’ipotesi ammortizzatori sociali, esclusi prepensionamenti

Il confronto tra governo-azienda e sindacato sulla crisi Alitalia potrebbe partire già con una prima indicazione sugli ammortizzatori sociali da mettere in campo per la gestione degli eventuali esuberi che verranno identificati nel corso della trattativa. Dalle prime risultanze della verifica avviata dal Welfare si potrebbe arrivare anche alla concessione della Cassa integrazione o di contratti di
solidarietà mentre sarebbe escluso tassativamente il ricorso a prepensionamenti. Il tavolo si riunirà giovedì pomeriggio al Ministero delle Infrastrutture dopo che, la mattina, si sarà riunito il consiglio di amministrazione della compagnia che, in base all’accordo raggiunto a Palazzo Chigi la sera del 29 dicembre, dovrà annullare la delibera del 10 dicembre con cui aveva bloccato l’adeguamento delle retribuzioni all’inflazione e votare la sospensione di tutte le misure con impatto sull’occupazione sino alla conclusione della trattativa. La riunione del consiglio, si prevede, sarà anche l’occasione per una verifica all’interno del board sulla congruità di alcune misure dopo i rilievi spesso mossi dal presidente Bonomi sul piano e dopo il malcontento manifestato da alcuni membri e da molti esponenti politici, anche della maggioranza, sullo stato delle relazioni industriali. Il dubbio che serpeggia, infatti, è se la prova di forza tentata dalla compagnia prima sulla riduzione del numero degli assistenti di volo in cabina e dopo con il blocco di una misura sugli adeguamenti salariali, per altro frutto di accordo firmato con governo e sindacati, non sia costato troppo ad Alitalia. In termini di costi, di immagine e di mancati ricavi per le giornate di lavoro perse a causa dell’accesa conflittualità. La riunione del cda, in ogni caso, sarà l’occasione per azzerare, almeno formalmente, le ragioni della conflittualità e riavviare una trattativa con il sindacato che, sino ad ora, si è rifiutato di sedersi al tavolo con la compagnia avendo giudicato il piano industriale, che prevede 2.700 esuberi tra esodi e esternalizzazioni, ”irricevibile”. Un ritrovato clima
di collaborazione potrebbe intanto servire al viceministro
Tassone, che continuerà a seguire la vertenza a fianco del
Ministro Lunardi, ad esigere anche dal sindacato una
dimostrazione della volontà di rasserenare il clima tra le
parti, necessario per la ripresa della trattativa, con la
cancellazione dello sciopero di tutti i lavoratori Alitalia
proclamato per il 19 gennaio. Quanto al tema degli ammortizzatori, misura che in ogni caso non rientra tra i temi in base ai quali è stato raggiunto l’accordo delle parti con il governo a Palazzo Chigi, l’idea – si sottolinea al Welfare – è quella di lavorare su contratti di solidarietà e cassa integrazione mentre ”non sarà assolutamente percorsa la strada dei prepensionamenti”. Il primo nodo ancora da risolvere, tuttavia, è ancora quello di verificare se esistono interpretazioni della legge o precedenti che consentano l’estensione delle misure ad un’azienda di un settore che non è mai stato incluso tra quelli che possono
beneficiare degli ammortizzatori sociali. Più in particolare, secondo quanto si apprende da fonti del Ministero, quelli che si cercano sono ”strumenti di sostengo al reddito, di natura temporanea, ma con formazione, riqualificazione e orientamento”. Se la Cig è il sistema più tradizionale, quello che il Welfare vuole però dare è un segnale di novità rispetto al passato: è insomma importante – si fa notare – che ci siano ”azioni di formazione riqualificazione e orientamento secondo criteri di ‘welfare to work”’. Dalla trattativa che si deve avviare, inoltre, dovrà scaturire
anche una quantificazione degli esuberi da gestire perché, si
sottolinea al Ministero, quelli sino ad ora usciti sono i numeri forniti dalla sola azienda.

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