venerdì, 17 Maggio 2024

Alitalia, il Cda approva piano esuberi

Conti in equilibrio nel 2004 e ripresa nel 2005

Alitalia può uscire dalla crisi e giocare a pieno titolo la partita delle alleanze. Lo sostiene l’amministratore delegato della compagnia, Francesco Mengozzi, che ha cosi’ commentato le misure individuate dal piano 2004-2006 con il quale la compagnia ha anche quantificato il numero dei posti di lavoro da tagliare, che saranno in totale 2.700: 1.488 esuberi veri e propri e altri 1.200 dipendenti che usciranno dall’azienda assieme alle attività che verranno date in outsourcing. ”Alitalia, a valle di questo intenso esercizio di pianificazione e riorganizzazione, ha raccolto le energie e la determinazione per uscire dalla crisi e giocare un ruolo
importante a livello internazionale, che potrà permetterle di partecipare a pieno titolo nel fondamentale processo di integrazione fra vettori già oggi in atto”, ha detto l’ad della compagnia al termine del cda, che oggi ha approvato le azioni per implementare la strategia individuata con le linee
del Piano 2004-2006 varato a settembre. Oggi, quindi, il cda ha confermato pienamente gli obiettivi finanziari e di redditività che prevedono il rilancio del core business ”attraverso un’ulteriore focalizzazione delle risorse sul trasporto aereo e un’azione congiunta mirata all’incremento dei ricavi e di intervento deciso sulla struttura dei costi”. E per raggiungere questi obiettivi, il management della compagnia ha deciso, dopo i tagli operati con il precedente piano, di aumentare l’offerta complessiva del 9%. In quest’ottica il network Alitalia si focalizzerà sul ”consolidamento della leadership sul mercato italiano, con particolare riferimento allo sviluppo di Malpensa e Fiumicino”, sul ”recupero del differenziale di frequenze rispetto ai principali competitor sui mercati originati dall’Italia”, e sullo sviluppo sulle destinazioni più redditizie. Il piano prevede inoltre un programma investimenti per i prossimi tre anni da circa 1.200 milioni, mirato al completamento del rinnovamento della flotta avviato nel 2001 e ”pienamente compatibile con le attuali disponibilità finanziarie di Alitalia ed i futuri flussi di cassa generati dalla gestione operativa della stessa negli anni di piano”. ”Una diffusa azione di efficientamento su tutte le entità organizzative” dovrà invece consentire, tramite una sostanziale riduzione dei costi unitari, ”una dinamica dei costi complessivi meno che proporzionale rispetto alla dinamica dei ricavi”. Parallelamente, spiega Alitalia, ”sono previste azioni di revisione del perimetro di make or buy aziendali al fine di rendere la struttura dei costi anche più flessibile”. Il piano punta inoltre anche al raggiungimento di importanti risultati economico-finanziari entro il 2006: il margine di redditività operativa (EBITDAR) punta al 15%-17%, mentre il risultato operativo, ”dalla perdita prevista per il corrente esercizio di circa 410 milioni di euro, perverrà ad un sostanziale equilibrio nel 2004 e permetterà il pieno equilibrio economico sin dal 2005, e il mantenimento di una struttura finanziaria equilibrata”.
Per raggiungere questi obiettivi Alitalia opererà ”una drastica riduzione dei costi commerciali e di distribuzione,
anche attraverso lo sviluppo di canali di vendita diretta; una significativa rinegoziazione delle condizioni di fornitura; un significativo aumento della produttività complessiva”. Verranno inoltre attivate misure dirette ”al recupero di efficienza ed al miglioramento della flessibilità tramite accordi di outsourcing con primari operatori specializzati”. Un’operazione, questa, che coinvolgerà circa 1.200 dipendenti. Alitalia si impegna inoltre alla ”ricerca di adeguati interventi per gestire circa 1.500 risorse in esubero, che ”non riguarderanno le aree operative di front-line di terra e di volo”, e a una ”determinata azione di riduzione dei costi di sistema nei confronti degli altri player presenti nella catena di produzione del trasporto aereo”.

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