venerdì, 29 Marzo 2024

Alitalia, il Cda va verso ricapitalizzazione e prolungamento Mengozzi Bond

Il 2004 si chiude con perdite per 812 Mln. Ridotto Capitale a 291 Mln

Alitalia archivia il rosso, a livelli da record, del 2004 e mette in cantiere le operazioni di ricapitalizzazione che dovranno portare nuovo ossigeno nelle
casse della compagnia, costretta a mettere in cantiere un abbattimento del capitale da 1,4 miliardi a 291 milioni di euro. Ieri l’assemblea della societa’ guidata da Giancarlo Cimoli ha infatti approvato i risultati dello scorso esercizio che chiudono con 812 milioni di euro di perdite a livello di Gruppo.
Anche a causa degli oltre 340 milioni di oneri di ristrutturazione, e’ il secondo peggior risultato da circa un decennio, dopo il record di 907 milioni di euro del passivo dell’esercizio 2001. Subito dopo l’assemblea, tuttavia, Cimoli ha convocato il cda per dare il via alle operazioni che dovranno portare alla
ricapitalizzazione. Per la compagnia, quindi, la strada che si prospetta ora e’ quella dell’abbattimento del capitale e quindi della ricapitalizzazione fino ad un massimo di 1,2 miliardi. Il cda di ieri pomeriggio ha infatti deliberato di ridurre il capitale a 291 milioni e allungare di tre anni, al 2010, la scadenza del prestito obbligazionario lanciato dal precedente amministratore di Alitalia per la ricapitalizzazione del 2002. Il 29 luglio, data in cui e’ stata convocata l’assemblea straordinaria, Cimoli chiedera’ agli azionisti di ristrutturare il Mengozzi Bond, il prestito obbligazionario convertibile (denominato ‘Alitalia 2,9% 2002-2007′) che nel 2002 aveva permesso di reperire sul mercato 540 milioni di euro (gli altri 892 milioni, il 62,4%, erano stati versati dal Tesoro). L’allungamento della durata del prestito comportera’ un contestuale aumento della cedola che passa dal 2,9% al 7,5%, attraverso modifiche al regolamete del prestito che – scrive il cda in una nota – sono state ritenute congrue anche da Societe’ Generale e Banca Intesa, i due istituti a cui e’ stato chisto di rilasciare parere di congruita’. Il cda, dopo aver confermato che la ricapitalizzazione dovrebbe attuarsi in autunno, ha anche deliberato di proporre ”un raggruppamento delle azioni nel rapporto di una nuova azione ordinaria per ogni 30 azioni detenute” per ridurne il numero, semplificare la gestione
amministrativa del titolo e favorire la liquidita’ e gli scambi in Borsa ” rendendo piu’ leggibile il valore unitario del singolo titolo, a beneficio degli investitori attuali e prospettici”. Oltre alle operazioni sul capitale, Cimoli ha anche deciso di riprendere la strada del colloquio con il sindacato, dopo un
periodo di rapporti molto raffreddati. Dopo una richiesta di incontro sollecitata dalle organizzazioni e dopo una lettera di protesta fatta recapitare proprio oggi ai vertici della compagnia dagli assistenti di volo, Cimoli ha infatti convocato i rappresentanti dei lavoratori per il 6 luglio. Nonostante
cio’, il top manager della compagnia non ha mancato anche di lamentare, in piena assemblea, l’assenteismo di hostess e steward che costringe l’azienda ”a pagare mille assistenti in piu”’. Cimoli e’ infine tornato a puntare l’indice contro i gestori aeroportuali, colpevoli di favorire le compagnie low cost a
danno degli altri vettori che, come Alitalia, finiscono di ”pagare per tutti”. Ha definito questa pratica ”infame” ed ha invitato gli organismi preposti al controllo del mercato e del settore a vigilare di piu’. ”Cosa fanno antitrust, Enac e ministero? E cosa fa la Guardia di Finanza?” si e’ chiesto, parlando anche di una concorrenza delle compagnie low cost fatta utilizzando condizioni di impiego dei piloti, normative e salariali, ”che noi non ci possiamo permettere”. A meno che, ha fatto notare il manager, ”chiudiamo e facciamo nascere una low cost”. Ma questo, ha concluso, ”non e’ il nostro mestiere”.

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