venerdì, 29 Marzo 2024

Alitalia, il risanamento in due anni e poi il rilancio

L’AD Cimoli ha presentato le linee guida del Piano industriale 2004-2008

Subito il via al risanamento con la divisione in due società e con ”azioni radicali di efficientamento” per raggiungere il pareggio dei conti nel 2006; poi tornare alla competitività. E’ il percorso per rilanciare Alitalia disegnato dal numero uno Giancarlo Cimoli nelle linee guida del piano industriale 2004-2008. Intanto, però, la Consob ha deciso di sorvegliare ogni mese i conti
della compagnia. Cimoli, però, procede per la sua strada per rimettere in sesto l’azienda. Il piano, presentato a Bruxelles, prevede il risanamento in tempi rapidi, fra il 2005 e il 2006, con una riorganizzazione della struttura senza far cenno ad esuberi, pur ricordando che altre grandi compagnie aeree hanno affrontato la ristrutturazione ”anche con grandi sacrifici di personale”. E
interpellato sull’argomento, il sottosegretario ai Trasporti Paolo Mammola ha osservato che ”22mila dipendenti sono un carico insostenibile per Alitalia, credo che sia inevitabile una riduzione del personale” aggiungendo che ”il problema, ora è l’accettazione del piano da parte dei sindacati”. Il risanamento, secondo le linee guida del piano, passa anche per interventi di risparmio, per i quali sono state individuate almeno cento iniziative in grado di ridurre i costi degli acquisti fra i 150 e i 200 milioni di euro nell’arco del piano. Ma anche commerciali: dal potenziamento della presenza sugli hub
di Fiumicino e Malpensa e in altri scali del nord Italia, alla migliore offerta di posti, ad un diverso ventaglio di tariffe, ad una maggiore attenzione ai clienti business, aziendali e ai titolari della carta Millemiglia, al miglioramento del servizio telematico ed elettronico. Interventi i cui risultati, osserva il top manager, sono più facili da prevedere rispetto a quelli sui ricavi che dipendono dal mercato. La cura per Alitalia individuata da Cimoli per raggiungere in fretta la parità dei conti è la divisione in due: una società che si occupa delle attività di volo, AZ Fly, ed un’altra in cui sono riunite tutte le attività estranee al core business (servizio aeroportuale-handling, manutenzione, amministrazione, information technology), AZ Service. Non parlando di esuberi, è presumibile che il personale che attualmente è impiegato in questi settori venga riorganizzato nella nuova entità, in cui
è previsto l’ingresso di partner industriali con quote di maggioranza e che fornisca i servizi ad Az Fly a prezzi di mercato. Contatti sono in corso con società specializzate nelle diverse attività da Fraport, a Finmeccanica, a Ibm, a Eds. Per rendere competitiva AZ Fly, si è anche pensato a novità contrattuali (di impiego e retribuzione) per il personale navigante attuabili in un clima di dialogo. Il passo successivo è la ricapitalizzazione di AZ Fly che potrà essere avviata dopo l’ok della Ue, previsto per il 20 luglio prossimo, al prestito-ponte da 400 milioni di euro garantito dallo Stato e che sarà erogato da sei-sette banche italiane e straniere. Nel progetto di Cimoli, partirà poi la
privatizzazione, richiesta dalla stessa Ue come condizione all’autorizzazione al piano di salvataggio, con la discesa dell’azionista Tesoro dall’attuale 62,3% al di sotto del 50%, e l’aumento di capitale con la partecipazione di investitori
industriali. Conclusa nel 2006 la fase della ristrutturazione e annullate
le perdite, l’azienda – secondo il business plan – avrà una configurazione tale da presentarsi sul mercato con maggiore forza per tornare ad essere competitiva. Alitalia cercherà di recuperare quote di mercato interno, internazionale ed
intercontinentale. Nel mercato interno cercherà di contrastare l’aggressività dei vettori low cost e low price. Poi sarà attenta alle richieste della clientela del nord verso precise mete europee e intercontinentali (che potranno essere soddisfatte con accordi commerciali con partner), e punterà ad un’adeguata presenza sui paesi del Mediterraneo e dell’Europa dell’est grazie anche alla consolidata presenza sugli hub di Fiumicino e Malpensa. Il segretario generale della Cgil Fabrizio Solari, richiamando l’accordo di palazzo Chigi del 6 maggio scorso, ”che prevede, tra l’altro, un confronto preventivo con le
organizzazioni sindacali e le associazioni professionali sul piano industriale” rileva che ”a fronte di anticipazioni di stampa frammentarie e incomplete, mi sembrerebbe intelligente avviare un confronto senza costringerci ad azioni di lotta preventive”. Il sindacalista osserva che ”come era inevitabile
e prevedibile si stanno intensificando in queste ore le anticipazioni sul piano. In questo modo s’imbocca ancora una volta una strada che non porta da nessuna parte”. Il 28 luglio Cimoli presenterà il piano industriale al consiglio di amministrazione e avvierà il confronto con i sindacati. Solo allora si potrà capire realmente la capacità di rilancio della compagnia.

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