giovedì, 28 Marzo 2024

Alitalia, Il Tesoro rassicura Bruxelles

Sulla ricapitalizzazione rispetteremo gli impegni presi

La ricapitalizzazione di Alitalia prevista nel piano di rilancio consentirà al governo italiano di ”rispettare gli impegni assunti” con la Commissione europea e di ”procedere alla privatizzazione” della compagnia di bandiera. E’ quanto scrive il ministero del Tesoro nella risposta inviata due giorni fa all’esecutivo Ue in cui si chiariscono alcuni aspetti del piano di rilancio di Alitalia, secondo quanto riferito da fonti di Bruxelles. Nella risposta inviata dal ministero del Tesoro si cercano di fugare i dubbi della Direzione generale dei trasporti dell’Ue sul piano di rilancio della compagnia aerea. Le autorità italiane cercano in primo luogo di rispondere alle perplessità sollevate sulla privatizzazione. Quest’ultima – ha spiegato una fonte di Bruxelles riferendo il contenuto della risposta – sarà realizzata ricorrendo ai ”mercati finanziari, agli investitori industriali o ad entrambe le opzioni”. Nella lettera – di una ventina di pagine – si ribadisce poi che il governo italiano intende scendere sotto il 50% del capitale della compagnia. Circostanza che, secondo le autorità
italiane, garantirà che il principio dell’investitore privato – cui la Commissione fa riferimento per verificare l’assenza di illegittimi aiuti di stato – sia rispettato. L’assetto del piano di rilancio di Alitalia – sostengono
infatti gli esperti di Via XX Settembre secondo quanto riferito dalla fonte – assicura che il ”limitato intervento” dell’azionista pubblico ”non richiederà alcuna valutazione” da parte di Bruxelles in termini di ”redditività” delle risorse apportate dallo stato. Ciò consentirà di guardare all’operazione fin da subito come ad una ”operazione di mercato”. In una recente nota interna la Dg trasporti della Commissione europea ha espresso dubbi sulla capacità del piano di Alitalia di rispettare l’impegno del governo a privatizzare la compagnia entro 12 mesi. Nel documento di Bruxelles si citano in particolare i 750 milioni già stanziati dallo Stato ”per la ricapitalizzazione di Az Fly” e si esprimono dubbi sul ruolo di Fintecna, ”impresa pubblica controllata al 100%”. Indizi che, secondo l’Ue, ”non sembrano permettere, ad una prima analisi, il rispetto dell’impegno preso” sulla privatizzazione della compagnia. Lo stanziamento di questi 750 milioni di euro – è la replica del Tesoro, secondo quanto riferito dalla fonte di Bruxelles – non deve essere considerato come la prova che il governo vuole ”restare azionista” di Alitalia per una quota superiore al 50% del capitale in quanto lo stato ”intende rispettare gli impegni assunti”. Sul come questa partecipazione possa diminuire, il Tesoro indica due possibilità: sia attraverso una ”diluizione” della propria quota in sede di aumento del capitale, sia attraverso l’esercizio del diritto di opzione e successivamente mediante la vendita delle azioni. La scelta su quale delle due strade seguire, sottolinea però il Ministero dell’Economia, sarà fatta sulla base della ”situazione contingente” che si avrà nella fase dell’aumento di capitale. Comunque, sottolineano le autorità italiane, entrambe le opzioni consentono di raggiungere l’obiettivo fissato: privatizzare entro un anno. Riguardo allo scetticismo di Bruxelles sulla capacità del piano di attrarre investitori privati e sulla ”scarsa fiducia” del mercato nella strategia di rilancio di Alitalia, la nota interna cita in particolare il fatto che lo stesso piano finanziario di Az Fly prevede che le obbligazioni convertibili emesse nel 2002 per circa 700 milioni di euro non vengano convertite. Il Tesoro sottolinea tuttavia a questo proposito che l’ipotesi contenuta nel piano, sul fatto che il prestito convertibile sia interamente rimborsato nel 2007, deve ritenersi
”puramente prudenziale”. Via XX Settembre assicura inoltre che la ricapitalizzazione prevista nel 2005 sarà accompagnata da altre misure finanziarie miranti ad ”assicurare gli investitori” sull’uso del ricavato
derivante dall’aumento di capitale. Quest’ultimo – sottolinea il Tesoro secondo quanto riferito dalla fonte di Bruxelles – sarà utilizzato in massima parte per finanziare la ripresa e solo successivamente per lo sviluppo dell’attività della compagnia, oltre che a garantire una base per per far fronte ad eventuali
crisi del settore. Il prestito ponte autorizzato dall’Ue e che gode della garanzia dello stato, sottolinea poi il Tesoro, sarà rimborsato non solo grazie ai ”flussi di cassa” che la società produrrà ”già dal 2005”, ma anche attraverso nuovi finanziamenti garantiti, comunque, dalla flotta esistente. In merito alle lamentele della Commissione sulla ”notifica a tappe” del piano industriale da parte dell’Italia che non consentirebbe un’analisi complessiva della strategia di Alitalia, i tecnici di Via XX settembre rispondono che in
qualsiasi operazione di ricapitalizzazione appare ”prematuro” definire con molti mesi di anticipo se si farà ricorso ai ”mercati finanziari” o a ”partner industriali o finanziari” oppure ad entrambe le opzioni. Il Tesoro, nell’assicurare che la Commissione sarà tenuta ”progressivamente informata” degli sviluppi del piano di rilancio, sottolinea anche che il piano di Alitalia non ha nulla a che vedere con la situazione di Olympic Airways, il cui piano
fu bocciato da Bruxelles e che viene citata nella nota interna come monito per Roma. Per le autorità italiane, le due compagnie sono ”profondamente diverse” sia riguardo alle modalità commerciali e di finanziamento che a quelle di sviluppo e crescita. Infine, riguardo alle lamentele di Bruxelles sul fatto che il piano è dettagliato per quanto riguarda Fintecna ma non sulla ricapitalizzazione da 1,2 miliardi, il Tesoro replica che si tratta di ”iniziative distinte” sia dal punto di vista temporale che giuridico e che, mentre l’operazione Fintecna è già definita nei suoi elementi essenziali, per la ricapitalizzazione si stanno ancora ”definendo” alcuni elementi e dunque non può in alcun modo essere oggetto di alcuna notifica a Bruxelles.

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