lunedì, 27 Maggio 2024

Alitalia: Jarach, può uscire dalla crisi senza tagli

Il docente di marketing del trasporto aereo della Bocconi crede nel lungo raggio

Alitalia può uscire dalla crisi ”anche senza tagli, o comunque inferiori rispetto al piano Mengozzi, se si dà una nuova filosofia strategica che preveda per esempio il ritorno alla crescita di alcuni segmenti di offerta come il lungo raggio”. Lo afferma David Jarach, docente di marketing del trasporto aereo all’Università Sda Bocconi e consulente di direzione, parlando delle cure che possono far migliorare il ”grande malato”, stante che il precedente indirizzo di intervento targato Mengozzi si è rivelato ”inadeguato, perché troppo ancorato a una logica finanziaria”. ”O si decide di crescere sull’offerta e quindi si ritorna a sviluppare il lungo raggio e questo può mantenere l’attuale livello occupazionale – ribadisce Jarach – oppure, se
si insiste sulla strategia passata di concentrarsi su alcune
rotte, gli esuberi sono allora qualcosa di fisiologico”. ”Mi auguro che il nuovo management abbia capito quello che
va fatto – continua Jarach -, comunque è troppo presto per
dirlo. In realtà come nomi è abbastanza continuativo rispetto
al passato ma probabilmente il nuovo amministratore delegato
Zanichelli ha maggiori capacità relazionali e di gestione ed è importante riacquistare migliori rapporti con i sindacati. La gestione precedente era andata forse troppo allo scontro”. ”Il piano industriale Mengozzi – sottolinea Jarach – non aveva elementi tutti sbagliati, ponendo delle problematiche anche in base alle condizioni di un settore che non ha ancora superato i vari choc internazionali, ma era antiquato, ancorato a decisioni prese negli anni precedenti, vedi taglio alle rotte a lungo raggio, una logica dunque più di natura finanziaria, legata alla valutazione rotta per rotta della profittabilità e delle perdite, che di network, ovvero di natura strategica”. ”Le scelte di Alitalia sul lungo raggio – prosegue Jarach – sono state tra l’altro un tantino penalizzanti perché, di fronte al taglio spesso eccessivo del lungo raggio, ci si era anche concentrati su alcune rotte dove c’era moltissima offerta da parte della concorrenza”. ”Serve veramente un management di rottura a livello di idee e competenze, che attacchi le vere cause di inefficienza Alitalia – osserva Jarach – E’ un problema che investe un po’ tutto il management delle aviolinee internazionali, ancora troppo spesso legato a una visione di settore degli anni ’80-90 che non esiste più. Alitalia non deve ancorarsi a formule del passato che hanno prodotto risultati modesti ma imboccare una strategia di crescita e sviluppo, prima ancora di aprire a privati. Servono naturalmente corpose iniezioni di finanza. Non c’è dubbio che Alitalia a breve avrà una problematica, quella della ricapitalizzazione e allora si pone la questione se ricapitalizzare con risorse ancora dello Stato, operazione
soggetta alle restrizioni europee, oppure aprire ad altre
situazioni, con l’ ingresso dei privati, fondi e così via. Gli imprenditori si sono finora tirati indietro perché l’azienda è in perdita. Privatizzare ora Alitalia sarebbe infatti illogico, perché, trovandosi in perdita, si tratterebbe di una svendita, ma privatizzarla almeno con un parziale risanamento, cominciando dalle idee e dal rilancio della produttività, allora sì che attirerebbe l’interesse degli investitori”.

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