venerdì, 29 Marzo 2024

Alitalia, le compagnie low cost premono sulla Commisione europea

Elfaa, il Piano industriale contiene troppi aiuti di Stato

L’Associazione delle compagnie euopee low cost ha fatto sentire la sua voce su Alitalia esortando la Commissione europea a bocciare il piano di ristrutturazione del vettore italiano. L’Associazione ”Elfaa”, in una nota, ha apprezzato il recente annuncio del commissario europeo ai Trasporti Jacques
Barrot di voler far avviare un’indagine sul piano di Alitalia e ha espresso ”fiducia che l’inchiesta della commissione concludera’ che la progettata ‘ristrutturazione’ del governo italiano comprende notevoli somme di aiuti di Stato illegali e percio’ dovrebbe essere respinta”. Il governo – sostiene ancora la ”European low fares airline association” che include fra le altre Ryanair, Volareweb, Transavia, Sterling Denmark ed Air Berlin – ha dichiarato di voler dare ad Alitalia ”altri 750 milioni di euro quale parte di una ricapitalizzazione da 1,2 miliardi di euro”. Inoltre, continua la nota, l’esecutivo ha ”annunciato piani per cancellare 1,6 miliardi di debito in essere e di fornire altri 300 milioni per indennita’ di licenziamento”. Un totale che secondo Elfaa ammonterebbe a 2,65 miliardi ”di aiuti di Stato ad una compagnia aerea che ha gia’ ricevuto piu’ di 1,4 miliardi di euro di aiuti in base alla cosiddetta regola del ‘one-time last-time’ e altri 1,4 miliardi di ricapitalizzazione garantita in gran parte dal governo italiano”.
Il presidente dell’Elfaa, (e direttore commerciale di Sterling) Stefan Vilner, nel comunicato preannuncia che l’associazione presentera’ i propri commenti alla commissione su Alitalia: ”I nostri associati – ha scritto Vilner – nel complesso offrono servizi per e dall’Italia su circa 130 rotte e sono costretti a competere su un mercato fortemente distorto a causa di continui aiuti di stato concessi ad Alitalia”, compagnia che ha ”fatto perdite per undici degli ultimi 12 anni e i contribuenti italiani e i visitatori dell’Italia non dovrebbero essere costretti a continuare a pagare per questo dinosauro fallimentare”.

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