giovedì, 18 Luglio 2024

Alitalia, Mengozzi difende il Piano e rilancia

O ribilanciamo rapporto costi/ricavi o sarà crisi irreversibile

”Quello approvato non è il piano degli esuberi, ma è soprattutto un piano che punta allo sviluppo e all’efficienza”. Lo sostiene l’amministratore delegato di Alitalia, Francesco Mengozzi, in una lettera inviata
ai dipendenti in cui chiarisce anche che ”per sviluppo
intendiamo un incremento dei proventi intorno al 30%, da
raggiungere attraverso politiche commerciali innovative e
aggressive”. L’ad della compagnia ribadisce inoltre che ”gli esuberi di Alitalia non riguardano le aree operative collegate al delivery del prodotto nè quelle di front-line”.
Mengozzi annuncia quindi l’intenzione di puntare sulla produttività per recuperare efficienza. ”La nostra inefficienza su alcune attività core – quelle proprie di una compagnia aerea – comporta circa 1.500 esuberi di personale” spiega e precisa ”non sono pochi, certo, ma basta guardarsi intorno per vedere che nel primo semestre dell’anno le
otto compagnie europee più importanti hanno avuto perdite
operative per quasi un miliardo e mezzo di euro. E dall’11
settembre 2001 complessivamente sono stati persi 400.000 posti di lavoro”. Per quanto riguarda invece le attività non core, ricorda Mengozzi, ”delegheremo alcune funzioni di servizio e di supporto ai processi produttivi ad aziende leader nei rispettivi settori, che garantiranno alle 1.200 persone coinvolte in quest’operazione di outsourcing la continuità e la qualità del posto di lavoro. Al di là di ogni facile retorica, vi assicuro che tutti gli strumenti adottati avranno al primo posto il rispetto delle persone, della loro dignità e della loro professionalità”. Non solo, l’ad di Alitalia annuncia ”premi erogati in modo costante e tempestivo a fronte dei risultati raggiunti, primo fra tutti la puntualità” e si impegna ”a dare prospettive positive al personale stagionale, che attende da anni una maggiore stabilità” e a migliorare ”la qualità del lavoro delle nostre persone: nell’ambiente, nei servizi, nella mobilità interna, nella formazione”. L’ad di Alitalia spiega quindi che ”oggi Alitalia vende a 92 ciò che le costa 100, e 92 è quello che il mercato è disposto a pagare per il nostro prodotto. Il cliente non sceglie più i vettori full service, se ritiene che i servizi offerti non valgano la differenza di prezzo rispetto ai low cost. Sarà molto difficile ottenere da lui più di 92: dobbiamo portare perciò quel 100 al di sotto del 92, e ribilanciare il rapporto tra costi e ricavi. Altrimenti – continua- nel giro di un anno e mezzo consumeremmo tutte le nostre risorse finanziarie e saremmo condannati a una crisi profonda e forse irreversibile”. E’ per questo, aggiunge, ”che abbiamo costruito un piano industriale di forte discontinuità e innovazione, che cambia
decisamente rotta: Alitalia – afferma – vuole e deve essere
un’azienda solida e stabile nel medio-lungo periodo”. ” E’ il momento di lasciarsi alle spalle l’emergenza, di raccogliere energie e determinazione. Per giocare – conclude
Mengozzi – la nostra partita alla grande, per tornare a lavorare con serenità”.

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